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Tanti auguri, caro vecchio Diavolo! Il Milan compie 126 anni

5 min di lettura

Campioni, vittorie, risalite e spirito di appartenenza: nel giorno del compleanno, celebriamo una storia gloriosa con un futuro tutto da scrivere

Tanti auguri, caro vecchio Diavolo! Il Milan celebra il suo 126° compleanno e lo fa in grande stile, con le parole del fondatore che diedero inizio alla leggendaria storia del club. “Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!”. Aveva ragione da vendere Herbert Kilpin, visto che, da quel lontano 16 dicembre 1899 in cui, nella Fiaschetteria Toscana di Via Berchet, si fondava il primo club di Milano, i colori rossoneri hanno scritto pagine indelebili del calcio mondiale. Una storia di successi che ha portato il Milan a fregiarsi a lungo del titolo di Club più titolato al Mondo per numero di competizioni internazionali riconosciute dalla FIFA. Se raggiungere l’Olimpo del calcio è privilegio di pochi, il Milan ne ha fatto per tanti anni la sua casa.

Dalla fondazione alle prime vittorie

Figure di grande impatto hanno da sempre segnato la storia del Milan, dal presidente Edwards che conquistò il primo titolo nel 1901, ad Andrea Rizzoli, capace di portare per la prima volta una squadra italiana alla vittoria della Coppa dei Campioni a Wembley nel 1963. Epopea di trionfi e di “bel giuoco”, quella rossonera, resa indubbiamente più luminosa dai 31 anni di presidenza Berlusconi. Prima di lui, il testimone è passato dai maestri degli anni Sessanta, Gipo Viani, Nereo Rocco e Nils Liedholm, figure capaci di ispirare intere generazioni assieme ai protagonisti in campo: su tutti Cesare Maldini, capostipite di una dinastia lunga decenni.

La rivoluzione di Berlusconi e Sacchi

Dal 1986, la storia rossonera ha visto scriversi una delle pagine più belle. Silvio Berlusconi era solito presentarsi a Milanello in elicottero, a conti fatti una dichiarazione d’intenti: con lui, il Milan avrebbe spiccato il volo. La scoperta di Arrigo Sacchi portò al ciclo più spettacolare: l’allenatore di Fusignano non solo vinse, ma rivoluzionò il calcio europeo con il suo gioco, capace di esaltare talenti come il trio olandese, i quali incredibilmente composero l’intero podio del Pallone d’Oro 1988. In quattro stagioni, Sacchi conquistò uno Scudetto, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali.

Il Milan degli “Invincibili”

L’eredità fu raccolta da Fabio Capello, che garantì continuità con ben quattro Scudetti in cinque anni e il celebre record di imbattibilità di 58 risultati utili consecutivi. Nacque lì il Milan degli “invincibili”, formato da una retroguardia interamente prodotta nel settore giovanile rossonero, e dai migliori talenti continentali negli altri reparti. Dejan Savicevic, il più chiacchierato in quel torno d’anni: Capello lo avrebbe voluto più disponibile verso i compagni, ma negli appuntamenti importanti non poteva fare a meno della sua classe. Un esempio su tutti, il pallonetto a Zubizarreta nella finale di Champions League 1994, in cui il Milan schiantò il Barcellona per 4-0.

Ancelotti e l’ultimo grande ciclo

Il terzo ciclo più vincente della storia milanista porta la firma di Carlo Ancelotti. Il mister reggiano era appena stato defenestrato dalla Juventus e la squadra bianconera fu la prima vittima illustre dei suoi ragazzi, in quella magica finale di Champions del 2003 all’Old Trafford. A distanza di nove anni il Milan era tornato in cima al mondo, con l’obiettivo di rimanerci: uno scudetto, due Champions League, due Supercoppe Europee, un Mondiale per Club, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana le vittorie, ottenute con uno stile inconfondibile. Missione compiuta.

Un futuro tutto da scrivere

Le affermazioni in campo nazionale del 2011 hanno rappresentato il canto del cigno del trentennio berlusconiano, aprendo le porte a una decade avara di soddisfazioni. Il nuovo corso rossonero ha vissuto il proprio apice nel 2022, con la vittoria del diciannovesimo scudetto e la sensazione di aver riportato il milanismo nel cuore di molti. Pioli come Zaccheroni, tecnici consacratisi alla guida di Milan umili ma scudettati, in pieno stile “casciavit”. Dopo la sciagurata stagione 2024/25, che ha comunque portato in dote una vittoria in Supercoppa Italiana, ecco il ritorno di mister Massimiliano Allegri, e con lui la speranza di nuove vittorie. Perché questo è il dolce destino del Milan. E allora tanti cari auguri, vecchio Diavolo: altri 126 di questi anni!

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