Ciò che accompagna i tifosi rossoneri in questi giorni è una sensazione di dispiacere e rammarico per aver perso gli ennesimi punti importanti, contro una squadra della parte destra della classifica. Dopo Pisa e Cremonese, il Milan replica il medesimo scenario contro il Parma, riuscendo a portare a casa un solo punto; è quindi evidente la tendenza che il Diavolo sta dimostrando da un po’ di partite a questa parte, una tendenza fatta da difficoltà offensive, cali di concentrazione e rendimento altalenante.
In questo scenario, i rossoneri arrivano alla sosta con diversi dubbi! Dubbi che necessariamente dovranno trasformarsi in consapevolezze, in vista di uno scontro importantissimo, quello contro l’Inter. Facciamo insieme il punto.
I problemi tattici
Negli ultimi incontri il Milan ha dimostrato una serie di limiti strutturali che spiegano la difficoltà a mantenere ritmo e risultati. Tali difficoltà non sono legate solamente ad aspetti tecnici o mentali, sono infatti soprattutto tattiche. Ciò che Mister Allegri sta provando a migliorare afferisce alla sfera dell’equilibrio difensivo, l’idea è quindi che il Milan resti solido nelle due fasi e conceda di meno.
Se questo in parte si è verificato, perché sono mediamente diminuiti i goal subiti, per contro si riscontrano in campo dei problemi legati al gioco offensivo e alla finalizzazione. Per cui anche se la difesa appare migliorata, l’attacco non riesce sempre a concretizzare e dare continuità. La fase di possesso e quindi la costruzione della manovra risultano infatti meccaniche e prevedibili.
Uno schema che spesso viene proposto è quello nel quale nella prima parte si cerca l’ampiezza, coinvolgendo gli esterni e cercando di irrompere le linee avversarie; Ciò che manca è la fluidità con la quale questo tipo di schema dovrebbe esser messo in atto, per cui nonostante le idee sono buone non si riesce a capitalizzare perché poco rapidi e brillanti.
Sembra poi a volte mancare anche la connessione tra reparti; l’assenza di Rabiot, incide notevolmente su questa situazione, poiché uno dei pochi in grado di essere con fluidità, da raccordo per i reparti (centrocampo e attacco) e di uscire velocemente tra le linee sorprendendo l’avversario. Il Milan resta poi spesso passivo in fase di non possesso, per cui è necessario che giocatori come Fofana (mezz’ala) ed Estupinan (esterno) ad esempio, limitino la perdita delle proprie marcature, per non concedere troppi spazi tra le linee.
Mentalità reattiva più che propositiva
Ciò a cui stiamo assistendo vede una squadra che reagisce, non che propone. Nel match contro il Parma ad esempio, il cambio di Loftus Cheek per Nkunku è un cambio di natura contenitiva (visto il risultato sul’1-2 nella ripresa). Il Milan avrebbe dovuto mantenere quel gol di vantaggio, senza provare di fatto a concretizzare e ristabilirne il doppio.
Questo però non avviene, perché il Parma dopo aver costruito incessantemente nella metà campo avversaria, trova meritatamente il gol del pari. A quel punto la squadra di Mister Allegri reagisce e inizia a creare diverse occasioni (la più clamorosa quella che vede l’errore di un vero e proprio rigore in movimento da parte di Pulisic).
Il Milan rinuncia a costruire la propria superiorità e reagisce solo quando viene ormai recuperato, ma contro squadre chiuse o tecnicamente leggermente inferiori, il fatto di non essere propositivi ma di aspettare solo l’errore altrui, porta a prestazioni spente e non proficue. Così all’ennesimo triplice fischio si porta a casa un solo punto e tanti rimpianti.
La sosta per riflettere in vista del derby
La partita che vedrà il Diavolo protagonista, al rientro della sosta Nazionali, è di alto calibro. Si tratta infatti del derby della Madonnina, uno scontro molto carico emotivamente e dalle pesanti ripercussioni sulla classifica, perché la vittoria significherebbe portare a casa punti preziosi dall’ennesimo scontro diretto, dopo quelli contro il Napoli e la Roma.
Contro avversarie di fascia alta il Milan ha dimostrato di avere delle buone basi, dettate soprattutto dalla propria struttura difensiva e dalla capacità di restare compatto perché non si tratta di squadre che si chiudono e ti costringono ad ampliare il gioco, costringendoti spesso a rinunciare all’efficacia della manovra.
Mister Allegri dovrà sfruttare questa pausa per far sì che la squadra mantenga l’intensità in corso partita, non conceda distrazioni e abbia più coraggio nell’attaccare. Il mantra dovrà essere: “non solo difendere bene”.
Bisogna evitare che il Milan resti “in partita” grazie alla sua solidità, ma senza la capacità di fare la differenza perché infondo “vince il più bravo, non il più forte”.

