Un’estate da separato in casa, con le valigie pronte e un destino che sembrava già scritto lontano da Milano. Eppure, Santiago Gimenez ha deciso di ribaltare il tavolo. Rientrato a Milanello dopo la vittoria in Gold Cup con il suo Messico, il centravanti si è trovato al centro di un vortice di mercato che lo vedeva come il sacrificio perfetto per fare spazio a un nuovo attaccante. Invece di accettare la situazione, ha puntato i piedi, rifiutando ogni destinazione per lanciare un messaggio forte e chiaro alla nuova dirigenza: il suo viaggio in rossonero non è ancora finito.
Una scelta di carattere per amore del Milan
Nonostante l’investimento da oltre 30 milioni di euro effettuato appena otto mesi fa, il nuovo corso del Milan, guidato dal direttore sportivo Igli Tare, sembrava aver già emesso la sua sentenza. La trattativa più concreta, che portava a uno scambio con Dovbyk della Roma, pareva solo la punta dell’iceberg di un addio annunciato. Ma è stato proprio di fronte a questo scenario che è emerso il carattere di Santiago Gimenez. Con un gesto di puro orgoglio, ha respinto tutte le proposte, scegliendo la strada più difficile ma anche l’unica che desiderava percorrere: quella della permanenza. Una decisione coraggiosa che lo mette controcorrente rispetto alle strategie del club, ma che dimostra un attaccamento e una determinazione fuori dal comune. Vuole dimostrare sul campo di non essere un errore di valutazione, ma l’attaccante che il Diavolo stava cercando.
L’Ultimatum di Allegri: o la Svolta o l’addio a gennaio
Questa scelta, però, segna solo l’inizio della sua vera battaglia. Come sottolineato da Tuttosport, il suo futuro ora è appeso a un filo sottilissimo, quello che lo lega al giudizio del nuovo tecnico, Massimiliano Allegri. L’allenatore livornese è noto per essere un sergente di ferro, uno stratega che non fa sconti a nessuno e che chiede massima dedizione e intelligenza tattica. Per Gimenez, la missione è chiara e non ammette fallimenti: deve risalire le gerarchie partendo da zero, ritrovando autostima e convincendo l’allenatore e la dirigenza che si sbagliavano sul suo conto. Il tempo, tuttavia, è poco. Quella che si profila all’orizzonte è una sorta di ultimatum: o riuscirà a imporsi entro la sessione invernale, o la sua cessione a gennaio diventerà inevitabile. La pressione è alle stelle, ma è proprio in queste situazioni che un giocatore può trovare la forza per la definitiva consacrazione. La palla, ora, passa a lui.