Santi subito, una notte per riprendersi il Milan

Gimenez parte titolare in coppa: ultima occasione per sbloccarsi?

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Una notte per svegliarsi dall’incubo, una partita per rialzare la testa. Le ultime indiscrezioni raccontano di un Santi Gimenez che partirà titolare nella gara di questa sera, valevole per il secondo turno di Coppa Italia. Contro il Lecce, mister Allegri sembra volersi ancora una volta affidare al centravanti messicano, nonostante le ultime prestazioni non siano state troppo incoraggianti. Fiducia incondizionata o mancanza di alternative?

Titolare ma in declino: Santi, che succede?

Se la formazione ufficiale dovesse essere confermata, quella di stasera sarà la quinta partenza di Santiago nell’undici titolare, su sei partite disputate. L’unica eccezione era stata infatti la gara d’esordio di questa stagione, poco più di un mese fa contro il Bari, ma in quel caso l’attaccante era tornato a lavorare col gruppo da pochi giorni e si diceva dovesse smaltire un leggero malessere fisico. Ad ogni modo, Gimenez subentrò all’infortunato Leao, vedendosi persino annullare un gol per fuorigioco. In campionato, invece, il numero 7 rossonero ha sempre toccato il pallone di inizio partita, ma il suo rendimento pare peggiorare domenica dopo domenica.

Se la fiducia scende, l’efficacia crolla

Le due sfortunate sfide Cremonese e Lecce, caratterizzate da altri due gol annullati, sembrano averlo fatto precipitare in una spirale di negatività che in campo si fatica a non notare: Gimenez ha il fisico e i tempi di gioco ideali per attaccare l’area di rigore, eppure nelle ultime uscite è sembrato quasi a disagio in quella zona di campo, defilandosi o evitando la conclusione diretta in porta. Movimenti incerti all’interno di momenti di palese difficoltà, dai quali però bisogna uscire, in un modo o nell’altro.

Il gruppo è con lui

Massimiliano Allegri, da abile comunicatore, è consapevole della situazione ma difende a spada tratta il giocatore. Il gruppo, da par suo, coccola Santi, con tentativi di maggiore coinvolgimento in campo e dichiarazioni accomodanti. Le ultime, quelle di Youssouf Fofana: “Il gol è come il ketchup, quando lo cerchi non viene e poi esce tutto insieme”. Similitudine culinaria che tanti anni fa avevamo ascoltato da Ruud van Nistelrooij, altro bomber alle prese con difficoltà realizzative, in un preciso momento della carriera. Il calcio cambia, ma la sostanza rimane quella.

Le statistiche non mentono, ma dicono tutto?

Sei i gol realizzati dal messicano in 44 presenze da quando è al Milan, dopo che in Olanda aveva una media superiore a una timbratura ogni due partite. Se da una parte, legittimamente, dobbiamo ancora capire il livello di adattamento del giocatore al nostro calcio, fatto di difese più arcigne e tatticismi esasperati che complicano la vita a chiunque, dall’altra non si può non riconoscere che le statistiche parlano di un vero e proprio digiuno. I motivi? Difficile decifrarli completamente, impossibile scartare a priori il clima ambientale attorno a Gimenez.

L’inizio della crisi

Con buona pace della cronologia degli eventi, l’ultima immagine 2024/25 di Gimenez ci riporta alla sciagurata espulsione in finale di Coppa Italia (poi persa contro il Bologna, ndr). Una macchia che, nella serata più importante, quella che poteva regalare al Milan un trofeo atteso da 22 anni, ha interrotto la luna di miele con l’ambiente rossonero.

Fino a quel momento erano state rose e fiori: sbarcato a Milanello nel mercato di gennaio, aveva impiegato pochissimo per confezionare il primo assist (a Joao Felix nella sfida di Coppa Italia contro la Roma) e mandare in buca il primo gol, un dolcissimo tiro a giro per mettere in cassaforte la vittoria di Empoli. Nel corso delle settimane Gimenez si sarebbe ripetuto in Champions League e serie A, dando a tutti la sensazione di aver trovato, pure in una stagione disgraziata, l’attaccante del futuro. Qualcuno scomodò persino analogie con il primissimo Filippo Inzaghi, ingombranti ma neanche troppo bislacche a rilegger la storia.

Un’estate turbolenta…

Quel cartellino ha involontariamente spoilerato un’estate da semaforo rosso per Santiago. Insistenti voci di mercato lo hanno accompagnato a lungo, dall’ipotesi di cessione all’estero al possibile inserimento nella trattativa per Vlahovic, senza dimenticare il paventato scambio con Dovbik, una pista resistita fino alle ultime ore della sessione di trattative. Per motivare la apparentemente inspiegabile volontà di disfarsi di un attaccante da 36 milioni di euro, si diceva che Allegri volesse una punta diversa, in grado di attaccare meglio la profondità, ma non sono mai arrivate conferme in tal senso.

…e una comunicazione deficitaria

Per questo ha stupito la strana gestione della vicenda da parte del club, con le dichiarazioni di Tare che nel pre di Lecce-Milan apriva alla partenza del giocatore, forse inconsapevole che di lì a pochi minuti avrebbe guidato l’attacco rossonero al Via del Mare. Alla fine Gimenez è rimasto e ora gli si chiede di più in campo, ma prima di bocciare un ragazzo di soli 24 anni alla prima esperienza in una big bisognerebbe forse chiedersi se lo si è messo nelle migliori condizioni.

L’occasione da non perdere

Dal Lecce al Lecce, da dove la permanenza in rossonero era finita a rischio a dove la storia col Milan potrebbe ripartire. A Gimenez serve ritrovare la grinta dei giorni migliori, sperando in questo modo di convincere una fortuna, fin qui avversa, a guardargli le spalle. Un patto col diavolo, insomma, e una notte per riprendersi il Milan.

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