L’avventura di Samuele Ricci al Milan non è cominciata con il piede giusto. Il centrocampista, arrivato in estate tra grandi aspettative, aveva acceso l’entusiasmo con una prova convincente in Coppa Italia contro il Bari, mostrando personalità e idee chiare in mezzo al campo. Da quel momento, però, il minutaggio si è ridotto drasticamente: appena un quarto d’ora, più recupero, nella trasferta vittoriosa di Lecce e poi soltanto panchina.
Il motivo sembra legato alle gerarchie imposte da Massimiliano Allegri, che per il suo centrocampo continua a privilegiare soluzioni più esperte. Una scelta che riflette una strategia precisa ma che rischia di rallentare l’inserimento di un giovane di prospettiva come Ricci. A complicare ulteriormente le cose è arrivato anche l’innesto di Adrien Rabiot, fortemente voluto dal direttore sportivo Igli Tare: un profilo internazionale che riduce ancora di più lo spazio per chi, come l’ex Torino, deve guadagnarsi ogni minuto sul campo.
La sfida personale di Samuele Ricci
Il quotidiano Tuttosport ha riassunto bene il momento con un titolo eloquente: “Ahi, Ricci. La strada è già in salita”. Per il giovane centrocampista si tratta di una sfida che potrebbe rappresentare tanto un ostacolo quanto un’opportunità. Per guadagnarsi la fiducia dell’allenatore serviranno costanza, lavoro quotidiano e la capacità di farsi trovare pronto quando arriverà la chiamata.
Ricci sa che il percorso sarà lungo e che dovrà imporsi in un contesto competitivo, con compagni dal curriculum importante. Ma è proprio in situazioni simili che si misura il carattere di un calciatore: dimostrare di poter reggere la pressione e ritagliarsi un ruolo diventa il vero esame di maturità. Per il Milan, invece, avere un giovane motivato in più potrebbe rivelarsi un valore aggiunto durante una stagione intensa.