Da più parti si comincia a notare un filo rosso che lega il Milan di oggi al Napoli della passata stagione. Una squadra reduce da mesi complicati, priva di impegni europei e con la volontà silenziosa di ribaltare le gerarchie del campionato, puntando su nuove energie e uomini inattesi.
Il parallelo non riguarda soltanto il percorso collettivo ma anche alcuni protagonisti. Dodici mesi fa fu Scott McTominay a vestire l’azzurro a ridosso della chiusura del mercato, il 30 agosto, con il destino di divenire tassello decisivo nello scacchiere di Antonio Conte. Quest’anno, in una dinamica sorprendentemente simile, è toccato ad Adrien Rabiot approdare in extremis a Milano. Il francese, che con Massimiliano Allegri aveva già condiviso una parentesi importante alla Juventus, si è inserito con naturalezza in un gruppo che sembrava aver bisogno proprio di una figura come la sua.
L’impatto immediato di Rabiot
Il centrocampista rossonero non ha avuto bisogno di periodi di adattamento: arrivato quando il Milan aveva già disputato due giornate di campionato, è stato subito gettato nella mischia dal tecnico toscano. Due presenze su due, sempre da titolare, senza mai essere sostituito. Un dato che racconta molto della fiducia conquistata in pochissimo tempo, ulteriormente confermata dall’assist servito contro l’Udinese.
Un possibile leader silenzioso
Così come McTominay divenne il motore del Napoli scudettato, innalzando il livello dell’intero centrocampo con gol, carisma e continuità, anche Rabiot sembra destinato ad assumere un ruolo di primo piano. Un giocatore entrato quasi dal nulla nella scena rossonera, capace però di imporsi immediatamente come riferimento tecnico e tattico. Se il buongiorno si vede dal mattino, il Milan potrebbe aver trovato un nuovo leader in grado di guidare la risalita.