Rabiot, personalità da leader: a San Siro il francese conquista subito il Milan

Alla prima in rossonero, il centrocampista mostra ordine, intelligenza e presenza fisica: Allegri ha trovato il giocatore che gli serviva.

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Altro che “vagabondo”. L’etichetta scherzosa affibbiata da Massimiliano Allegri nei giorni scorsi si è sciolta subito davanti ai novantamila di San Siro. Alla prima apparizione in rossonero, Adrien Rabiot ha mostrato perché il Milan lo abbia voluto così fortemente: non tanto per il gol, che arriverà, ma per quella miscela di ordine, intelligenza e carisma che spesso era mancata nelle scorse stagioni.

Arrivato a Milano soltanto giovedì, con appena tre allenamenti insieme ai nuovi compagni, il francese è stato lanciato titolare senza esitazioni. Nei primi minuti ha scelto la strada della prudenza: tocchi semplici, posizione sempre corretta, attenzione sulle seconde palle. Poi, con il passare del tempo, è cresciuto fino a diventare uno dei riferimenti tecnici e mentali della squadra.

La calma del leader

Il momento che meglio racconta la sua partita non finirà negli highlights. Milan avanti 1-0, il Bologna tenta di alzare il ritmo, San Siro spinge i suoi verso la porta. Rabiot riceve palla a metà campo, vede lo spazio per ripartire in velocità ma decide di fermarsi, di rallentare. Di dare un segnale chiaro: è lui a scandire il tempo della squadra. L’anno scorso il Milan in quelle situazioni rischiava spesso di farsi travolgere; stavolta no. Stavolta c’era un giocatore capace di leggere la partita con lucidità.

Potenza e tecnica al servizio del Milan

Non è mancato neppure lo strappo fisico: 191 centimetri lanciati sulla fascia con sorprendente agilità, palla scaricata a Modric e potenziale occasione da gol, poi sfumata per un fallo in area su Gimenez. Azione che ha fatto capire come Rabiot non sia solo gestione, ma anche capacità di creare superiorità in campo aperto.

In attesa dei gol, che hanno sempre fatto parte del suo repertorio tra PSG, Juventus e Marsiglia, Rabiot ha mostrato di poter dare al Milan ciò che serviva di più: equilibrio, disciplina e personalità. In quattro giorni ha già fatto vedere il motivo per cui Allegri lo abbia voluto a tutti i costi. I gol arriveranno, ma non sono la priorità: oggi Rabiot è soprattutto il giocatore che decide i ritmi, che mette ordine e che guida i compagni. Un leader silenzioso che, a San Siro, ha già conquistato la fiducia del suo nuovo pubblico.

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