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Milan, il caso Pulisic e quel cambio che divide San Siro

4 min di lettura

Il pareggio col Sassuolo riaccende il dibattito: Allegri spiega la sostituzione, lo staff pianifica la gestione dell’americano.

Nel calcio, soprattutto ad alti livelli, ogni dettaglio diventa materia di discussione quando il risultato non premia. Il pareggio del Milan contro il Sassuolo, maturato nel finale e costato la vetta solitaria della classifica, ha acceso il dibattito non tanto sulla prestazione quanto sulle scelte di Massimiliano Allegri. Al centro delle polemiche, più di ogni altra cosa, il cambio Christian Pulisic–Samuele Ricci al 72’, letto da una parte del pubblico come un segnale di eccessiva prudenza.

Un pareggio che pesa più del previsto

Il 2-2 incassato al 79’ ha avuto un peso specifico enorme. Non solo per i punti persi, ma per la sensazione di una partita che il Milan aveva in mano, anche grazie alla rete di Pulisic annullata poco dopo l’ora di gioco per un presunto fallo di Loftus-Cheek. Un episodio che ha lasciato strascichi e che, per molti, rappresenta lo snodo emotivo della gara. Da lì in avanti, il racconto si è spostato sulle scelte dalla panchina, trasformando la gestione dei cambi in un processo pubblico.

La lettura di Allegri

Nel post partita Allegri non si è sottratto alle domande, spiegando con chiarezza la logica dietro la sostituzione dell’americano. Una scelta tutt’altro che improvvisata, come ha sottolineato lo stesso tecnico, ma legata a una valutazione complessiva della gara e delle condizioni del giocatore. Pulisic, reduce da un rientro complicato dopo un attacco febbrile, aveva garantito oltre settanta minuti di intensità. In quel momento, secondo Allegri, la partita chiedeva maggiore equilibrio, un centrocampista in più e una struttura difensiva più solida. Non una rinuncia al talento, ma un tentativo di controllare il finale. Il problema, semmai, è arrivato dopo: la gestione difensiva sull’azione del pareggio, con Laurienté lasciato libero di prendere campo, è stata l’errore che ha vanificato il piano.

Pulisic, numeri da leader ma stagione spezzata

I numeri raccontano una verità difficile da ignorare. Sette gol in Serie A, nonostante una presenza limitata: Pulisic ha giocato poco più di un terzo dei minuti complessivi stagionali. Troppi stop ne hanno condizionato la continuità: caviglia, bicipite femorale, febbre. Interruzioni che impediscono di trovare ritmo, brillantezza costante e quella condizione atletica che fa la differenza nei momenti chiave. Eppure, ogni volta che è stato bene, l’americano ha inciso. Da qui nasce la sensazione, dentro e fuori Milanello, che il vero Pulisic non si sia ancora visto del tutto.

La gestione verso la Supercoppa

Proprio per questo lo staff medico e tecnico ha definito un piano preciso in vista della Supercoppa Italiana. Se Leão dovesse recuperare pienamente, Pulisic non sarà spremuto oltre il necessario nella semifinale contro il Napoli: è prevista una staffetta con Nkunku, con l’obiettivo di preservare energie in vista di un’eventuale finale. Una gestione chirurgica, non una bocciatura. Allegri lo considera centrale nel progetto e, potendo scegliere, non vorrebbe mai rinunciare a lui. Ma c’è una convinzione che accomuna molti allenatori: la miglior condizione si ritrova giocando, sì, ma solo quando il fisico lo consente davvero.

Tra polemica e prospettiva

Il caso Pulisic, in fondo, racconta molto del momento del Milan. Una squadra competitiva, ambiziosa, che sa di poter puntare in alto e per questo viene giudicata con severità. Il cambio con Ricci ha diviso, ma ha anche mostrato una certezza: Pulisic resta uno dei pilastri tecnici ed emotivi di questo Milan. La vera sfida ora non è discutere una sostituzione, ma restituire continuità al suo talento. Perché quando sta bene, il Milan cambia volto. E Allegri lo sa meglio di chiunque altro.

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