La seconda avventura di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan era iniziata nel segno di un ritrovato entusiasmo. Umorismo toscano, qualche urlo a ristabilire l’ordine e soprattutto tanta voglia di mettersi alle spalle la scorsa disastrosa stagione. A quasi sei mesi dall’insediamento possiamo dire che l’obiettivo di restituire sicurezza all’ambiente rossonero è raggiunto. Del resto, i numeri di questa prima parte di stagione parlano chiaro: in 19 uscite totali, il Diavolo ha raccolto 32 punti in 15 giornate di Serie A, frutto di 9 vittorie e 5 pareggi. Con una media complessiva di 2,13 punti a partita, Allegri ha blindato la difesa e ridato anima a un gruppo che sembrava aver smarrito la propria identità tattica.
La statistica: quanti punti contro le big!
Il dato più esaltante di questi primi mesi riguarda il rendimento del Milan negli scontri diretti. Analizzando i risultati ottenuti contro le big del campionato (Napoli, Juventus, Inter e Roma, alle quali aggiungiamo per meriti sportivi Atalanta, Bologna e Lazio), si nota come i rossoneri hanno conquistato ben 17 punti su 21 disponibili. Di fatto, solo Atalanta e Juve sono riuscite a fermare sul pari l’avanzata inesorabile dei rossoneri, capaci così di mettere insieme una media di 2,40 punti a partita nei big match.
Una difesa che è croce e delizia
La solidità difensiva è stata la chiave in queste partite, con soli 3 gol subiti a fronte di 8 realizzati. Questa capacità di esaltarsi nelle grandi sfide certifica il potenziale della squadra, ma pure la necessità di trovarsi di fronte ai migliori per mantenere alta la soglia dell’attenzione in campo. Lo si vede dai punti persi contro le “piccole” del campionato, e questo paradosso non si spiega soltanto con il rendimento altalenante di chi è chiamato a sostituire i titolari.
Il paragone con il primo Milan di Allegri
Spesso si prova ad accomunare il Milan di quest’anno con il primo allenato da Allegri nel 2010/11. La ricerca di elementi per eleggere presunte favorite nella corsa allo scudetto passa anche dai libri di storia del campionato, ma, raccogliendo la provocazione, emerge una netta inversione di tendenza. All’epoca, dopo sedici giornate, i rossoneri guidavano la classifica con 36 punti, molti dei quali ottenuti contro le provinciali. Al contrario, negli scontri diretti con le big (Inter, Juve, Napoli e Lazio), Allegri faticò maggiormente, raccogliendo solo 7 punti in 5 gare, con una media di 1,4 punti.
Mettendo a specchio i dati, risulta evidente come il primo Milan di Allegri fosse una squadra “da campionato”: falliva raramente contro le piccole, migliorando nella seconda parte di stagione il rendimento negli scontri diretti. Numeri alla mano, lo scudetto fu una naturale conseguenza. Difficile pensare lo stesso del Milan attuale, finora incapace, come detto, di essere spietato di fronte ad avversari più modesti. Le speranze tricolori passeranno inevitabilmente dalla capacità di Allegri di trasferire la tensione dei grandi appuntamenti anche nelle sfide non di cartello. L’occasione arriva subito: domenica a San Siro arriva un Verona alla disperata ricerca di punti salvezza. I rossoneri avranno imparato la lezione?

