Athekame illumina San Siro, ma il Milan resta al buio: il gol del giovane svizzero non cancella la delusione

Un finale da romanzo per Zachary Athekame, autore del suo primo gol in rossonero. Ma la rete al 93’ non basta: il Milan si ferma sul 2-2 contro un Pisa coraggioso e spietato.

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A volte il calcio regala finali da film, ma non sempre a lieto fine. A San Siro, tra i riflettori e un pubblico sospeso tra rabbia e incredulità, Zachary Athekame ha vissuto la sua prima notte da protagonista in maglia rossonera. Entrato nella ripresa, il giovane difensore svizzero ha trovato al 93’ un gol tanto bello quanto amaro: una conclusione potente e precisa che ha fatto esplodere lo stadio, illudendo per un istante i tifosi del Milan.

Quel gol, tuttavia, è stato solo un’illusione di salvezza. Perché dietro l’entusiasmo momentaneo si nasconde una realtà scomoda: il Milan non è riuscito ad andare oltre il pareggio contro un Pisa lucido, organizzato e feroce nel colpire nei momenti giusti. La squadra di Gilardino, applaudita per carattere e ordine tattico, ha trasformato due episodi in oro, lasciando ai rossoneri la sensazione di aver sprecato tutto.

Un pareggio che brucia come una sconfitta

«Diabolico Gila, delusione Max». Così ha titolato Tuttosport il giorno dopo, sintetizzando in poche parole il sentimento di una serata nata male e finita peggio. Allegri, alla vigilia, aveva avvertito i suoi: guai a sottovalutare l’avversario. Ma il campo, ancora una volta, ha smentito le buone intenzioni.

Il vantaggio iniziale di Leão sembrava il preludio di una serata tranquilla. Invece, il Milan si è perso tra leggerezze difensive e mancanza di lucidità, permettendo al Pisa di ribaltare tutto con il rigore di Cuadrado e la zampata di Nzola. Il gol di Athekame nel finale è stato più un gesto d’orgoglio che un segnale di solidità.

La prestazione complessiva ha lasciato più dubbi che certezze. Il Milan resta in vetta, ma il pareggio pesa come un macigno sulla consapevolezza del gruppo. E la sensazione è che la squadra, pur talentuosa, soffra ancora nei momenti in cui serve la freddezza dei grandi.

Allegri e il bivio di Bergamo

Ora la parola passa a Massimiliano Allegri, chiamato a ricomporre i pezzi di un puzzle che si è incrinato. Il tecnico livornese sa che la sfida contro l’Atalanta rappresenta un passaggio chiave: non solo per la classifica, ma per la credibilità stessa del suo progetto.

San Siro ha applaudito Athekame, ma ha fischiato la squadra. E tra quei due suoni contrastanti si nasconde l’essenza di questo Milan: un gruppo ancora incompiuto, capace di reagire ma non di dominare. Il talento c’è, la struttura pure. A mancare, forse, è ancora quella mentalità feroce che distingue chi vince da chi spera di farlo.

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