Donadoni: «Atalanta-Milan? Mi aspetto una partita vibrante. Su Leao e Gimenez devo dire che…»

L’ex bandiera di Atalanta e Milan analizza la sfida tra le sue due ex squadre: «Leao può dare molto di più, Gimenez deve sbloccarsi. Allegri ha reso il Milan più squadra».

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Alla vigilia di Atalanta-Milan, Roberto Donadoni torna a parlare di due club che hanno segnato la sua carriera. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex ala e bandiera di entrambe le squadre ha offerto un’analisi lucida e appassionata dello scontro diretto che attende le formazioni di Juric e Allegri. «Sono naturalmente legato a entrambi i club», ha raccontato. «L’Atalanta mi permise di diventare professionista, il Milan mi diede continuità ad alto livello e, da bambino, era la squadra per cui tifavo».

Una sfida dal sapore speciale, che oggi vale punti pesanti per la classifica e per le ambizioni stagionali di entrambe. «È una partita di cartello», ha detto Donadoni, «con l’Atalanta in Champions e il Milan che cerca sé stesso dopo il recente flop».

Milan-Pisa, un’occasione sprecata

L’ex rossonero non ha dubbi nel giudicare l’ultima uscita del Milan. «Contro il Pisa è stata un’occasione persa, senza se e senza ma. La squadra aveva trovato subito il vantaggio, poi ha gestito male e si è fatta sorprendere. Il Pisa ha messo in campo tutto, il Milan no».

Sulla condizione fisica della squadra, Donadoni è netto: «Non credo si tratti di stanchezza. È vero che le assenze hanno pesato, ma senza coppe non si può parlare di fatica a ottobre. È mancata la prestazione. Il Milan aveva un tasso tecnico superiore, ma non ha saputo imporlo».

«Leao può fare molto di più»

Quando l’argomento si sposta su Rafael Leao, Donadoni mostra equilibrio ma anche una punta di severità. «Con Leao si rischia sempre di esagerare, in un senso o nell’altro. È stato decisivo contro Fiorentina e Pisa, ma il punto è un altro: è continuo all’interno delle partite? Aiuta la squadra anche senza palla? Io penso che possa fare molto di più. Quando ci riuscirà, allora potremo parlare di un calciatore davvero fondamentale per Allegri e per il Milan».

Gimenez, serve il salto di qualità

Altro tema caldo, Santiago Gimenez, al centro delle discussioni per la sua sterilità offensiva. «Se il Milan l’ha preso per essere il bomber, è giusto aspettarsi di più. L’impegno non manca, ma con quella maglia non basta. Serve concretezza: un centravanti del Milan deve segnare, non solo correre».

«Il Milan oggi è più squadra»

Nonostante le difficoltà, Donadoni riconosce i progressi nel lavoro di Allegri. «Il Milan di oggi è più squadra rispetto alla scorsa stagione. Merito dell’allenatore, ma anche dell’arrivo di Modric, che ha portato personalità e intelligenza tattica».

L’Atalanta di Juric tra solidità e limiti offensivi

Sull’altra sponda, Donadoni osserva una Dea solida ma meno brillante sotto porta. «L’Atalanta è imbattuta ma pareggia troppo. Segna un po’ meno rispetto al passato, anche se resta tra i migliori attacchi del campionato. Juric ha dovuto fronteggiare molti infortuni, eppure la squadra è sempre competitiva».

«Mi aspetto una partita vibrante»

Lo sguardo, infine, va alla sfida diretta: «Non credo sarà una partita di singoli, ma di collettivi. Mi aspetto una gara vibrante, con voglia di vincere da entrambe le parti. Spero che non si pensi solo a non perdere, come spesso succede in Italia. L’ultimo Juventus-Milan è un esempio: tanta prudenza, poca ambizione».

«Tudor? Esonero non solo per i risultati»

In chiusura, un pensiero sulla situazione della Juventus. «Guardando la classifica, non credo Tudor sia stato allontanato solo per i risultati: la squadra era vicina all’Inter e al Napoli. Evidentemente la società ha visto segnali più profondi, qualcosa che andava oltre la sconfitta con la Lazio. Quando una società decide un cambio così drastico, vuol dire che il problema non è solo tecnico».

Una riflessione che conferma la lucidità di Donadoni, ancora oggi osservatore privilegiato di un calcio che ha contribuito a rendere grande.

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