Il calendario di Serie A ha voluto che Juventus-Milan non fosse soltanto un big match per la classifica, ma una tappa dal forte valore simbolico. Massimiliano Allegri torna per la prima volta da avversario in quello stadio che lo aveva visto protagonista di trionfi e contestazioni, l’Allianz di Torino. Dodici anni di distanza, un tempo che nel calcio vale come un secolo, e un ritorno che sa quasi di resa dei conti con la memoria.
Perché Allegri non è stato un allenatore qualsiasi nella storia della Juve: ha lasciato un segno fatto di scudetti consecutivi, finali europee, esultanze iconiche. Ma ha conosciuto anche l’altra faccia del rapporto, quella delle separazioni brusche e delle incomprensioni. Ecco perché la sua presenza domenica sera, seduto sulla panchina del Milan, avrà il peso di un romanzo che si apre a un nuovo capitolo.
Un Milan forgiato sulla concretezza
Se il ritorno a Torino regala brividi personali, l’Allegri odierno non si lascia trascinare dalla nostalgia. Il suo sguardo è rivolto al presente: il Milan che ha ereditato e che sta modellando a propria immagine è una squadra che sa unire qualità e sofferenza, talento e pragmatismo. Igli Tare, nuovo direttore sportivo, ha messo nelle sue mani uomini abituati a reggere la pressione dei grandi palcoscenici, da Rabiot a Modrić. Giocatori che non hanno bisogno di presentazioni e che incarnano la mentalità richiesta dal tecnico livornese.
Il Diavolo che domenica calcherà l’Allianz non andrà a recitare la parte della vittima sacrificale. È una squadra prima in classifica, lanciata da quattro successi di fila, che ha riscoperto il gusto di lottare insieme. Vincere a Torino, nello stadio dove Allegri aveva costruito la sua leggenda in bianconero, significherebbe consacrare non solo un allenatore rinato, ma un Milan tornato finalmente a pensare in grande.
Per il tecnico livornese sarà inevitabile respirare i fantasmi del passato. Ma il calcio non concede troppe pause alla malinconia: allo stadio che lo aveva accolto come padrone, Allegri si presenta oggi da nemico. Con la stessa passione, la stessa voce tonante, ma con un’altra maglia addosso e un nuovo sogno da difendere.