Nkunku, dati e analisi di un gioiello da mostrare a piccole dosi

La scommessa del Milan e un talento che può accendere San Siro

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Al termine dell’importante vittoria di domenica contro il Napoli, ha fatto rumore il mancato ingresso in campo di Christopher Nkunku. Il francese veniva da buone prestazioni ma Allegri, poco dopo l’ora di gioco, ha fatto scelte diverse per rivoluzionare l’attacco. L’inerzia della partita era a favore degli azzurri, che avevano appena dimezzato lo svantaggio grazie al rigore di De Bruyne e godevano della superiorità numerica dopo l’espulsione di Estupiñan. Al minuto 70, dunque, ecco subentrare Leao a un generoso Gimenez. Comprensibile il proposito di sfruttare la velocità del portoghese in ripartenza, a far riflettere è stato però il motivo per il quale, a parità di caratteristiche, la scelta non sia ricaduta su un Nkunku più pronto fisicamente.

A tutto Nkunku, dall’arrivo all’esordio

Una gemma mostrata a piccole dosi: possiamo riassumere in questo modo il primo mese di Nkunku nell’universo Milan. Arrivato nelle ultime ore del mercato, mister Allegri e il suo staff stanno optando per un inserimento graduale, una scelta che pare dettata da due fattori: il francese è reduce da stagioni costellate da infortuni seri e, per giunta, non ha potuto effettuare la preparazione estiva con i nuovi compagni, già abituati ai carichi di lavoro del mister livornese. Per l’esordio in maglia rossonera si è dovuto quindi attendere il minuto 85 di Milan-Bologna: tanto brio e un rigore conquistato (poi ingiustamente revocato dal var). Premesse convincenti.

Udine e Lecce, conferme e lampi di classe

Ingresso dalla panchina anche nella trasferta di Udine: 30 minuti utili da mettere nelle gambe in coda a una partita dall’esito che già in quel momento non pareva più in discussione. L’occasione per mettersi definitivamente in mostra arriva nella sfida di Coppa Italia contro il Lecce, che coincide con la migliore prestazione da quando è arrivato: esordio da titolare al fianco di Gimenez e fiducia ripagata a suon di giocate impattanti: 92% di precisione in fase di scarico palla, percentuale impreziosita da 2 passaggi chiave che solo l’imprecisione dei compagni non ha visto tramutare in gol.

Luci a San Siro per l’asso di Coppa

Spina nel fianco per la difesa ospite, abile nel dribbling e furbo nel procurare l’espulsione dell’avversario Siebert. Come se non bastasse, un gol da cineteca in semirovesciata che ha messo in ghiaccio il risultato e fatto i brillare gli occhi dei presenti a San Siro. 64 minuti di squilli e classe purissima, la stessa mostrata nei migliori periodi della sua carriera.

Il giovane (e fragile) Nkunku

Nato il 14 novembre 1997, spesso ci si dimentica che Nkunku deve ancora compiere 28 anni e che, di conseguenza, è ancora nel pieno della carriera. Eppure, su di lui sembravano essersi spenti i riflettori di un calcio spesso spietato nell’accantonare i suoi protagonisti alla prima difficoltà. Gli infortuni hanno rallentato la crescita del francese negli ultimi anni, prima di allora votato come uno dei giovani più interessanti del panorama mondiale. Dalla stagione 2018/19 a quella 2021/22, la media era di 3 partite perse a campionato. Dall’anno successivo, i numeri sono drasticamente peggiorati: 22 assenze per infortunio durante l’ultima stagione al Lipsia, addirittura 48 nella prima al Chelsea, che aveva appena sborsato l’equivalente di 60 milioni di euro per il suo cartellino.

Quelle ginocchia martoriate dagli infortuni

Nkunku ha un fisico asciutto e preso di mira dalla sfortuna, soprattutto le ginocchia: rottura del crociato nel 2022, menisco dodici mesi più tardi. Un uno-due terrificante nonché un momento di svolta nella sua carriera: c’è stato un Nkunku pre infortunio e uno, assai diverso, post. Un destino crudele e comune a tanti calciatori passati per le forche caudine di simili incidenti, incapaci, talvolta, di tornare ai loro livelli di prima. Ronaldo, l’esempio più eclatante; Zaniolo, quello più vicino alle attuali cronache del nostro campionato.

La speranza di un nuovo inizio…

La parabola di Nkunku pare tuttavia aver ripreso a salire: nella stagione 2024/25 ha collezionato 48 presenze con la maglia del Chelsea, mettendo a segno 15 gol, il più importante dei quali è valso il passaggio ai quarti di finale del mondiale per club. Sebbene sia sempre stato arruolabile in queste prime settimane di Milan, è un atleta da gestire con cura, in quanto la sua cartella clinica racconta anche di una certa inclinazione ai guai muscolari, che in passato hanno riguardato le aree dell’anca e della coscia.

…e i numeri di un potenziale fenomeno

Massimiliano Allegri auspica di disporre a lungo del suo talento. Perché ci perdonerete il francesismo ma Nkunku, se tirato a lucido, ha i requisiti per spaccare questa Serie A. 11 gol complessivi nel PSG dei fenomeni, addirittura 70 in 172 presenze al Lipsia, ai quali occorre aggiungere ben 56 assist. Numeri da attaccante puro per un giocatore che predilige invece svariare su tutto il fronte offensivo, trovando la migliore collocazione tattica sulla trequarti. Da non sottovalutare nemmeno l’impiego da seconda punta: 59 le partite giocate in quella posizione in carriera, 37 i gol segnati. Allegri lo sa e lì pare vederlo meglio, alternandolo a Pulisic e Leao a seconda delle situazioni. Una cosa è certa: con giocatori del genere, l’imbarazzo della scelta diventa un’opportunità. E adesso c’è un Christopher Nkunku in più.

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