Allegri e i suoi primi 100 giorni al Milan: tra montagne russe e una sfida che è appena iniziata

Nessun bilancio definitivo, ma il secondo mandato del tecnico toscano parte in salita: mercato caotico, obiettivo Champions e un ambiente che lo attende al varco.

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Cent’anni di solitudine, diceva Márquez. Cento giorni di Allegri al Milan, invece, raccontano una storia diversa: non solitaria, ma certamente segnata da tensioni, cambi di rotta e un senso di incompiuto che aleggia su Milanello. Dal 30 maggio al 6 settembre, il secondo mandato del tecnico toscano si è trasformato in una montagna russa che non ha concesso tregua, nemmeno nei mesi che di solito servono a costruire certezze.

Un’estate nata sotto il segno delle attese si è consumata tra trattative sfumate, piste improvvisamente aperte e altrettanto repentinamente abbandonate. Un mercato caotico, che ha lasciato più domande che risposte, e che oggi rende impossibile tracciare un bilancio autentico del lavoro svolto finora. Non c’è stata la richiesta esplicita dello scudetto, ma l’obiettivo è chiaro: riportare il Milan in Champions League, ridare centralità europea a un club che negli ultimi anni ha oscillato troppo.

Eppure la strada appare già in salita. Allegri non si trova davanti a macerie, ma a un contesto fragile, in cui la sua esperienza dovrà trasformarsi in scudo e bussola. Era lecito aspettarsi un avvio più lineare, un cammino che permettesse di lavorare con serenità. Invece, i primi cento giorni hanno imposto al tecnico un continuo gioco d’equilibrio, tra pressioni interne ed esterne.

Forse, paradossalmente, è proprio questa incertezza a diventare la sua forza. Allegri vive di adrenalina, di sfide che sanno di resistenza più che di comfort. E chissà che l’instabilità non sia la miccia giusta per caricare ancor di più un allenatore che, nella sua carriera, ha sempre trovato nell’imprevisto il terreno fertile per sorprendere.

La stagione vera, quella che conta, comincia ora. I cento giorni passati non bastano per giudicare, ma sono sufficienti per capire una cosa: il secondo ciclo di Allegri al Milan non sarà un racconto lineare. Sarà, piuttosto, un romanzo da vivere pagina dopo pagina, con il fiato corto e lo sguardo fisso su quell’obiettivo chiamato Champions.

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