Domenica andrà in scena il derby Inter-Milan e sarà la puntata numero 245 di una storia costellata di campioni, spettacolo e sfide epiche. A distanza di decenni, resistono ancora due record incredibili: scopriamo insieme quali.
La sfida più “pazza” nel 1949
C’è chi è pronto a giurare che nessun derby potrà mai essere più “pazzo” di quello disputato il 6 novembre 1949. Milan e Inter condividevano punti in classifica (12) e ambizioni scudetto, ma si trovavano a rincorrere la Juventus che, come al solito, cercava di primeggiare in Italia. I circa 60.000 spettatori del Meazza, illuminati da un pallido sole autunnale, non avrebbero mai immaginato il tipo di gara a cui stavano per assistere.
L’inizio travolgente del Milan…
In campo, l’inerzia della sfida si tinse subito di rossonero: dopo appena diciannove minuti di gioco, il Milan conduceva infatti per 4-1. Un dominio totale e, soprattutto, una lezione tattica che sembrava aver spento ogni reazione interista. La doppietta di Candiani e i gol di Nordahl e Liedholm valevano l’entusiasmo dilagante nel settore di stadio occupato dai tifosi rossoneri. Tuttavia, è proprio quando raggiungi la vetta della montagna che puoi solo scendere, e, per loro, il peggio doveva ancora arrivare.
…e la rimonta nerazzurra
Nel momento di massima difficoltà, l’Inter ritrovò coraggio e trame di gioco: un rigore, piuttosto dubbio, trasformato da Nyers riportava il punteggio sul 4-3 e consentiva ai nerazzurri di chiudere il primo tempo con il morale alle stelle. Al rientro dagli spogliatoi, la squadra completò l’impresa con Amadei e Lorenzi, che capovolsero il risultato. Benito Lorenzi, in particolare, era una delle armi più letali della squadra del Biscione: non a caso veniva soprannominato “Veleno” e il suo gol tramortì il Milan.
Una impensabile girandola di emozioni
Il copione della partita era drasticamente cambiato: adesso, era il Milan a inseguire. Annovazzi firmò l’incredibile 5-5, ma neanche il tempo di prendere fiato che il terzo gol di Amadei sancì il nuovo sorpasso interista, questa volta definitivo. Terminò in gloria, per i nerazzurri, una gara piena di contraddizioni e colpi di scena, alla quale nemmeno Gianni Brera seppe trovare una spiegazione. O forse sì. “Il Milan ha fatto gioco, l’Inter ha vinto: il paradosso ha una sua logica”. Ce ne saremmo accorti altre volte, in futuro. Il derby del 6 novembre 1949 rimane quello con il più alto numero di gol e per il quale, sempre citando il grande cronista de La Gazzetta dello Sport, “Un pareggio sarebbe stato meglio”.
11 maggio 2001, quella data non la scorda più nessuno
Ci sono date che sembrano fatte apposta per restare nella memoria dei tifosi, oltreché in uno dei canti più ricorrenti a San Siro. Per il Milan, il derby dell’11 maggio 2001 rappresenta uno dei capitoli più entusiasmanti nella storia della stracittadina. A livello statistico, invece, quella partita consegna agli annali il risultato più clamoroso di sempre.
Il derby per dare un senso alla stagione
Le due squadre non se la passavano bene: lo scudetto stava viaggiando in direzione Roma e per le milanesi non c’era nemmeno il contentino di un piazzamento in zona Champions. Una stagione deludente, senza ombra di dubbio, ma un derby per guardarsi allo specchio e rivedersi un minimo attraenti. La fase di transizione delle due formazioni, che pure avevano vinto in Italia e in Europa pochi anni prima, si intuiva anche dagli interpreti di quella partita, da Marco Tardelli nelle vesti di improbabile allenatore interista a Gianni Comandini, titolare nell’attacco rossonero.
La “Sentenza” del gol, Gianni Comandini
In barba al cliché che vede nel derby la massima esaltazione dell’equilibrio, sin dalle prime battute di quella gara parve evidente che il Milan aveva più birra in corpo. L’eroe della serata ha un nome e un cognome: Gianni Comandini. L’attaccante di Cesena era ancora a secco in campionato ma incredibilmente ne segnò due in venti minuti di gioco. Già all’intervallo, il Milan era in netto vantaggio.
Al Milan la vittoria più larga di sempre
La ripresa si trasformò ben presto in un’autentica umiliazione sportiva per l’Inter. Sfruttando gli spazi concessi dalla retroguardia avversaria, infatti, il Milan dilagò: Shevchenko mise a segno la sua prima doppietta nel derby (ne farà altre, ndr) mentre i sigilli finali portarono la firma di Federico Giunti e, con una giocata di rara potenza e velocità, Serginho. 0-6, game set and match: per una notte, il manto verde del Meazza pareva quello di Wimbledon. Il pubblico nerazzurro iniziava ad abbandonare l’impianto, quello di fede milanista non la finiva più di festeggiare. Pura libidine rossonera. Il Diavolo va in paradiso, portando con sé la vittoria più larga nella storia del derby di Milano.

