Il Milan, rinvigorito dalla sofferta vittoria contro la Fiorentina, si prepara a un nuovo impegno casalingo, con l’obiettivo di consolidare il primo posto in classifica. Il sipario della Serie A si riapre venerdì sera e la sfida di San Siro non potrà rendere indifferenti i tifosi rossoneri. A sedere sulla panchina del Pisa, infatti, c’è Alberto Gilardino, uno dei migliori bomber della storia del nostro campionato che per qualche anno ha illuminato con i suoi gol anche la “Scala del Calcio”.
20 anni fa, l’arrivo del Gila al Milan
L’avventura di Gilardino in maglia rossonera è coincisa con uno dei periodi più vincenti della presidenza Berlusconi. Arrivato nell’estate del 2005 da capocannoniere del campionato, il Gila ha dovuto sin da subito reggere il peso di aspettative altissime. In tre stagioni, il centravanti di Biella ha collezionato 44 reti in 132 presenze, un bottino di tutto rispetto ma spesso offuscato dalla concorrenza di campioni affermati come Shevchenko e Inzaghi. E se la convivenza in campo con l’ucraino fu breve ma proficua, lo stesso non si può dire di quella con Superpippo: per caratteristiche tecniche i due erano abbastanza incompatibili.
Il dualismo con Inzaghi
Tra Gilardino e Inzaghi, entrambi campioni del mondo con la nazionale nel 2006, nacque quindi una rivalità difficile da gestire anche per un volpone come Ancelotti. Una rivalità di campo, sia ben chiaro, priva di egoismi e sempre in funzione delle esigenze della squadra. Gilardino era l’astro nascente del calcio italiano e aveva bisogno di giocare con continuità in una big per la definitiva maturazione, Inzaghi stava vivendo una seconda giovinezza all’alba dei 34 anni dopo averne persi quasi due per infortunio. Nel celebre modulo “ad albero di natale” ancelottiano, tuttavia, c’era posto per un solo numero 9.
Pippo o Gila, chi gioca ad Atene?
Alla vigilia della finale di Champions League tra Milan e Liverpool, i rossoneri arrivano con un grande dilemma: a chi affidare le chiavi dell’attacco? Da una parte il rampante Gilardino, dall’altra il sempreverde Inzaghi, che solo due anni prima non poté giocare la sciagurata finale di Istanbul. Famosissimo il retroscena secondo cui Berlusconi, a poche ore dal fischio di inizio, chiamò il piacentino per dirgli che avrebbe segnato due gol. Il resto è storia.
Quel gol al Manchester, la partita perfetta
In quella finale, Gilardino entrò al minuto 88 e il suo apporto nel tenere su la squadra fu prezioso per arginare i tentativi offensivi degli inglesi. La storia ha restituito il giusto valore al Gila milanista, non offuscato dal dualismo tra bomber ma, anzi, abile ad alimentarlo grazie alle sue qualità. E ai gol, non pochi. Il più importante, quello del 3-0 nella semifinale contro il Manchester United. La partita perfetta, che ha spalancato le porte della leggenda a quel gruppo, di cui Alberto Gilardino deve essere ricordato a pieno titolo come elemento essenziale.
Emozioni e vittorie: una storia da Milan
Gilardino salutò il Milan nell’estate 2008, al termine di una stagione di alti e bassi, lasciando nell’ambiente rossonero ricordi scolpiti nel metallo delle coppe conquistate. Il bomber può fregiarsi dei titoli internazionali del 2007, con una UEFA Champions League, una Supercoppa UEFA e una Coppa del Mondo per Club FIFA vinta a Yokohama contro il Boca Juniors. Un “triplete” da far invidia, la propria firma sull’epoca d’oro del club.
Qui Pisa: i numeri piangono, servono gol
Venerdì sera, Gilardino ritroverà il terreno del Meazza nei panni dell’allenatore di un Pisa in piena lotta per non retrocedere, e che va a caccia della prima vittoria in campionato. Quella toscana è la neopromossa che sta faticando di più, lo dicono i numeri: dieci gol subiti e nessuno messo a segno in casa, un controsenso per una squadra che l’anno scorso inanellava ottime statistiche realizzative in serie B. È cambiato il campionato, gli interpreti e l’allenatore, con Gilardino che ha sostituito Inzaghi (alle volte, il destino…) ma, all’ombra della Torre, tutti si augurano un cambio di rotta.
Rovinare la festa al Milan
Per Gilardino non è la prima volta in panchina da avversario del Milan: era già tornato nel 2023/24 per un intenso 3-3 di fine stagione alla guida del Genoa. Questa volta, però, la posta in gioco è più alta e l’emozione sarà palpabile. Mentre il Milan punta a conquistare i tre punti nella propria gara numero 3100 in Serie A e il mister livornese Massimiliano Allegri cerca il personale “derby” contro il Pisa, l’attenzione si focalizza sull’ex attaccante biellese, simbolo di un’epoca vincente e ora determinato a rovinare la festa al suo vecchio pubblico.