In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Adrien Rabiot ha parlato del suo ottimo periodo fin qui vissuto al Milan. Un merito per il suo approdo va dato ad Allegri, che lo ha voluto fortemente in rosa per aumentare il livello tecnico ed esperienziale del centrocampo.
Allegri ha trovato in Rabiot il suo braccio destro
Rabiot è sempre stato considerato un giocatore in secondo piano nonostante le sue qualità messe in campo. Tra campioni è difficile emergere, ma con la sua esperienza questo problema sembra averlo superato passo dopo passo. Il Milan è riuscito a prenderlo quest’estate e Allegri lo ha ritrovato nella sua rosa. Il francese ormai è diventato un riferimento importante per i compagni; i tifosi hanno compreso perché il mister e la Juventus lo apprezzassero così tanto.
Rabiot ha spiegato: “Dobbiamo lavorare settimana dopo settimana, impegnarci al massimo e sacrificarci. Per vincere bisogna dare sempre qualcosa in più, avere la mentalità che il mister ci trasmette”. Questa è la certezza che accompagna il giocatore da quando è al Milan, consapevole di aver trovato un bel gruppo capace di portare a casa non solo ottimi risultati, ma qualcosa di più. Lo Scudetto? Tempo al tempo. Ma Allegri, come si suol dire, ha trovato in lui il braccio destro.
Difatti sul mister: “Mi piacciono la sua personalità, come allena, la passione che ha per il calcio e la sua ambizione. Dà sempre tutto e mi rivedo nel suo modo di pensare”. Il cavallo pazzo, come lo ha soprannominato da sempre Allegri, ritrova proprio in lui una figura paterna, un vero ‘papà calcistico’. Questo ruolo lo ha ricoperto da quando era appena andato via dalla Juventus, al termine del primo ciclo bianconero. Ma entrambi hanno dovuto aspettare l’estate del 2021 per rivedersi.
Rabiot non è un giocatore finito
“Il Milan mi aveva cercato anche lo scorso anno, quando ero svincolato, e avevamo parlato. Posso dire che sono arrivato a Milanello al momento giusto. Il club rossonero mi voleva anche a luglio, quando ero al Marsiglia ma era difficile per me andarmene. Dopo l’episodio nello spogliatoio con Rowe, altre società italiane mi hanno contattato, ma io sapevo cosa volevo. Allegri mi aveva detto: ‘Vediamo cosa succede…’ e qualcosa è successo davvero. Non so come fa, ma prevede anche… il futuro.
Da quando è arrivato ha mostrato grandi margini di miglioramento, tant’è che Allegri e Landucci lo hanno notato e sottolineato nei post gara. Il francese non si sente un giocatore finito, ma maturo e in grado di trasmettere sicurezza. È ormai in grado di riconoscere i propri margini di miglioramento e applicare inoltre le idee tattiche contro gli avversari. In breve, si considera un giocatore intelligente, ma sa di poter ancora migliorare. I gol non sono arrivati e al francese non importa: arriveranno. Se si fa chiamare Cavallo pazzo, un motivo ci sarà.

