Milan, rivoluzione completata: Bergomi indica il tridente di Allegri e la chiave Rabiot

Dieci acquisti, ventisette cessioni e una rosa ridisegnata da Igli Tare: per l’ex capitano nerazzurro il Milan può puntare in alto, con la Champions come obiettivo minimo.

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L’estate del Milan ha portato con sé una rivoluzione senza precedenti. Con dieci nuovi acquisti e ben ventisette cessioni, il direttore sportivo Igli Tare ha riscritto la fisionomia della rosa, consegnando a Massimiliano Allegri una squadra profonda, versatile e costruita per tornare protagonista in Italia e in Europa. Dopo un precampionato che ha mostrato le prime idee di gioco del nuovo allenatore, le aspettative sono altissime: la qualificazione in Champions League non è più solo un obiettivo, ma un obbligo.

Il tridente di Allegri e la centralità di Rabiot

A Sky Sport 24, Beppe Bergomi ha analizzato il nuovo corso rossonero, indicando le scelte che, a suo avviso, segneranno la stagione. “Abbiamo visto un precampionato in cui Allegri ha impostato un certo tipo di squadra”, ha dichiarato l’ex difensore, convinto che il tecnico punterà su un tridente stabile composto da Leão, Pulisic e Saelemaekers. Tre profili diversi, ma complementari: la potenza del portoghese, la rapidità e il senso del gol dell’americano e la generosità del belga, abile a creare spazi e garantire equilibrio.

Il centrocampo sarà invece guidato da Adrien Rabiot, definito da Bergomi “un giocatore box to box, completo, fisico e capace di dare copertura”. Il francese, arrivato in estate, rappresenta l’uomo chiave per un reparto che dovrà garantire sia solidità difensiva sia inserimenti offensivi. Resta però da sciogliere il nodo del regista: Allegri potrà scegliere tra l’esperienza senza tempo di Luka Modrić e le alternative più giovani di Samuele Ricci ed Ermir Jashari, pronte a crescere sotto la sua guida.

La profonda ristrutturazione orchestrata dalla dirigenza, unita alla mentalità vincente di Allegri, ha ridato al Milan un’identità precisa e ambiziosa. Per Bergomi la strada intrapresa è quella giusta: i rossoneri hanno le carte in regola per tornare a competere ai massimi livelli. Ora la parola spetta al campo, unico giudice di una squadra costruita per tornare grande.

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