Come da prassi, dirigenti e addetti ai lavori sfruttano la sosta per le nazionali per rilasciare dichiarazioni sui rispettivi club. In casa Milan, questa volta è stato il presidente Paolo Scaroni a prendere la parola e fare il punto della situazione. Nella lunga intervista concessa a Moneta, inserto settimanale de Il Giornale, il numero uno rossonero si è espresso sul tema stadio, quanto mai di attualità in queste settimane.
Le dichiarazioni del presidente
Il progetto per il nuovo stadio di Milano non è solo una necessità sportiva per Milan e Inter, bensì rappresenta un’ambizione di rilancio urbano e finanziario della città. È questo il pensiero di Scaroni, che addirittura accosta il nuovo impianto ad altre opere urbane di successo del capoluogo meneghino. “Può rappresentare il motore di un nuovo scatto per la crescita della città, come lo furono CityLife e Porta Nuova: due simboli di rigenerazione urbana contemporanea che hanno contribuito a ridisegnare Milano e a rafforzarne l’immagine internazionale”.
“Una lunga pedalata in salita”
Il presidente del Milan ha definito il processo per ottenere il via libera una “lunga pedalata in salita”, segnata da due critiche ricorrenti. La prima, dettata dalla nostalgia, riguardava l’abbandono di San Siro: “È una posizione comprensibile ma che rischia di frenare il progresso”. La seconda si concentrava invece sulla ristrutturazione dello stesso impianto: “Abbiamo spiegato a lungo che sarebbe stata impossibile. A San Siro si giocano tre partite a settimana tra campionato e Coppe, e trasformarlo in un grande cantiere sarebbe stato impraticabile”.
Quando si è sbloccata la situazione
Mesi a parlare del futuro del Meazza, tra proposte divisive e continue rivendicazioni, da parte di comitati e non solo, che in più di una circostanza hanno rischiato di portare al muro contro muro. Il momento decisivo per sbloccare la situazione è coinciso con l’intervento delle istituzioni. “A inizio anno l’amministrazione comunale ha deciso di vendere lo stadio. L’interlocuzione con il sindaco Giuseppe Sala, il ministro Alessandro Giuli e la Sovrintendenza è stata fondamentale” – ricorda Scaroni – “Quella decisione è stata la svolta che ha permesso di completare il percorso che ci ha visto in grande sintonia con l’Inter e la proprietà Oaktree, rappresentata nel progetto da Kathrine Ralph”.
Uno stadio futuristico per famiglie e aziende
Il nuovo stadio, la cui visione è fortemente sostenuta da Gerry Cardinale e RedBird, promette di rivoluzionare l’esperienza dei tifosi. “Avrà 71.500 posti, con gradinate più vicine al campo, sedute più confortevoli e, soprattutto, tecnologia Led su vari anelli con grandi maxischermi” spiega il presidente, aggiungendo che l’impianto sarà pienamente accessibile e dotato di aree per famiglie. Un punto cruciale è lo sviluppo dell’area premium, dedicata alle aziende: “Almeno il 10% degli incassi deriverà da queste attività. Inoltre, i ricavi premium ci permetteranno di mantenere prezzi accessibili per tifosi e famiglie”.
Ricavi al top e inaugurazione nel 2031
Il nuovo impianto milanese sorgerà nelle immediate vicinanze di San Siro, con tanto di inaugurazione prevista per il 2031. Sul piano economico, Milan e Inter stimano un aumento dei ricavi da stadio simile a quello di club come Tottenham, Arsenal o Real Madrid. Secondo uno studio Ambrosetti, l’impatto complessivo sarà significativo: la fase di costruzione muoverà oltre 4,5 miliardi di euro e, per ogni euro investito, ci sarà un ritorno del 150%.
A stadio ultimato e operativo, inoltre, il beneficio stimato per il territorio supererà i 3 miliardi l’anno, creando lavoro a tempo pieno per più di sedicimila persone. “Vogliamo uno stadio vivo tutta la settimana, non solo quando si gioca” – conclude Scaroni – “Non inventiamo nulla di nuovo: porteremo a Milano ciò che già esiste a Londra, Monaco, Madrid. E vogliamo farlo ancora meglio”. La prima pietra, almeno sul piano burocratico, è posata. Ora si attende l’inizio dei lavori.

