Il calciomercato del Milan si è chiuso con numeri da rivoluzione: 10 acquisti e 27 cessioni hanno ridisegnato la rosa sotto la regia del direttore sportivo Igli Tare e la guida tecnica di Massimiliano Allegri. Una trasformazione radicale che ha catturato l’attenzione di addetti ai lavori e tifosi, convinti che l’obiettivo minimo della stagione debba essere la qualificazione in Champions League.
Tra le trattative più discusse dell’ultima giornata c’è stato il possibile scambio tra Santiago Gimenez e Artem Dovbyk, operazione mai andata in porto ma che ha alimentato riflessioni e curiosità. Sul tema è intervenuto Riccardo Gentile, giornalista e telecronista di Sky Sport 24, che ha evidenziato l’anomalia della tempistica. «Difficilmente si sente un ds, a cinque minuti dall’inizio di una partita, dire che sta per scambiare il suo centravanti con quello di un’altra squadra», ha dichiarato, ricordando come Gimenez fosse regolarmente in campo contro il Lecce (rete segnata e poi annullata per fuorigioco).
Gentile: “Con lo scambio avrebbero guadagnato entrambi”
Per Gentile, la trattativa avrebbe potuto portare benefici reciproci: «Forse con lo scambio ci avrebbero guadagnato tutti e due», ha affermato, sottolineando come talvolta sia l’ambientamento a fare la differenza. «Quando arrivi in un posto e non scatta la scintilla non è colpa di nessuno: magari non riesci a incidere per quello che sei», ha spiegato, facendo riferimento alle difficoltà di Gimenez a imporsi con la maglia rossonera.
Il telecronista ha ricordato le prestazioni brillanti dell’argentino con il Feyenoord, sia in Eredivisie che in campo europeo, a conferma del suo talento. Allo stesso tempo, anche Dovbyk si è trovato ad affrontare un contesto complicato a Roma, segno che il momento storico delle due squadre può aver inciso sul rendimento dei rispettivi attaccanti.
L’analisi di Gentile evidenzia come, oltre a cifre e contratti, nel calcio contino anche psicologia, adattamento e capacità di inserirsi in un nuovo ambiente. Il mancato scambio Gimenez-Dovbyk resta così uno degli episodi simbolo di un mercato che ha visto il Milan trasformarsi radicalmente. Ora la palla passa ad Allegri, chiamato a dare un’identità forte a una rosa completamente rinnovata e a far sì che i nuovi innesti trovino al più presto la scintilla che può rilanciare la squadra.