Il Milan lascia alle spalle l’eliminazione in Coppa Italia e si proietta verso una trasferta che pesa più della classifica stessa. A Torino servirà lucidità, compattezza, e soprattutto un centrocampo in grado di reggere l’urto di una partita tradizionalmente ostica. Ma uno dei cardini assoluti, Youssouf Fofana, non ci sarà.
Il francese si è fermato nel secondo tempo di Milan-Lazio in campionato, piegato da un fastidio all’inguine comparso proprio mentre stava costruendo un’occasione da gol. Allegri lo aveva definito «in dubbio» in conferenza alla vigilia della Coppa Italia. La realtà è arrivata più rapida del recupero: Fofana non sarà della partita.
Il piano immediato: Ricci al centro del progetto
Nelle gerarchie rossonere si staglia allora il nome più logico e più simbolico al tempo stesso: Samuele Ricci. Non un sostituto qualsiasi, ma un ex granata che conosce lo stadio, l’aria, gli avversari, e che ha bisogno di un’occasione per scrollarsi di dosso un avvio di stagione ondivago.
Il suo inserimento al posto di Fofana appare la scelta più naturale. Ricci ha vissuto settimane complicate, alternate a spiragli incoraggianti nelle fasi in cui Rabiot era ai box. A Roma, nell’ultima uscita, non ha brillato. Ma proprio questa sfida può ridargli profondità e motivazioni. Allegri sembra intenzionato a consegnargli la chiave mancante.
L’alternativa inglese: Loftus-Cheek cerca se stesso
Alle spalle di Ricci c’è l’opzione Ruben Loftus-Cheek, che resta un enigma sospeso tra talento e irregolarità. Richiamato in Nazionale dopo anni, ma rallentato dall’incapacità di ritrovare continuità, l’inglese ha offerto una prestazione incerta all’Olimpico: prima seconda punta, poi mezzala, senza incidere.
Sa interpretare il ruolo, certo, ma la fiducia dell’allenatore oggi pende altrove. Torino non sembra il palcoscenico destinato alla sua rinascita, almeno non dal primo minuto.
La suggestione Jashari: talento fresco ma ancora da calibrare
Resterebbe Ardon Jashari, rientrato soltanto pochi giorni fa dopo più di tre mesi ai margini. Piede mancino fine, idee chiare, capacità di muoversi da regista o da mezzala sul centro-sinistra: profilo interessante, ma ancora lontano dal ritmo necessario per due gare consecutive da titolare. Allegri lo considera una risorsa per il futuro prossimo, non per domani. In questo momento, non verrà forzato oltre misura.
Come si presenta il Milan al Grande Torino
Nella notte di lunedì, il Milan proverà a restare aggrappato alla zona altissima della classifica con una struttura chiara, un’identità in via di rifinitura e alcune certezze consolidate. Nonostante l’assenza del suo motore dinamico, lo scheletro resta solido: Modric riprende la regia, Rabiot garantisce equilibrio, Leao e Pulisic la spinta offensiva, Bartesaghi la progressione sulla sinistra. Ed ecco l’undici più probabile, quello che Allegri sembra orientato a schierare a Torino:
MILAN (3-5-2)
Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Saelemaekers, Ricci, Modric, Rabiot, Bartesaghi; Pulisic, Leao. Un Milan che deve assorbire l’assenza di Fofana e trasformarla in un’opportunità tecnica e mentale. Un Milan che sa di non potersi più permettere passi incerti. Un Milan che, proprio da Ricci, potrebbe trovare una risposta inattesa.

