Milan, il caso Santi Gimenez: dal sogno da bomber ai fischi di San Siro

Il rendimento del messicano non convince e il futuro resta tutto da scrivere

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Quando il Milan ha deciso di investire oltre 30 milioni di euro per portare Santi Gimenez in rossonero, l’entusiasmo era alle stelle. Il messicano, reduce dalle prodezze al Feyenoord, veniva descritto come l’erede perfetto di Giroud, l’uomo capace di guidare il reparto offensivo per gli anni a venire. I primi gol avevano acceso speranze e illusioni, ma la favola si è incrinata presto.

Dopo l’eliminazione dalla Champions League proprio contro la sua ex squadra, il “Bebote” ha smarrito brillantezza e fiducia. Da quel momento la parabola è stata discendente: solo sei reti complessive, di cui gran parte arrivate nei primi impegni stagionali, e una condizione fisica e mentale che sembra lontana dai picchi mostrati in Eredivisie. L’ultima prestazione contro la Cremonese, con fischi e malumori da parte del pubblico di San Siro, ha fotografato meglio di qualsiasi statistica il momento difficile del classe 2001.

Fiducia o rivoluzione? Il bivio del Milan

Massimiliano Allegri non ha mai nascosto di preferire attaccanti di caratteristiche diverse, più funzionali al suo calcio. E Gimenez fatica a incarnare quell’identikit. Eppure, nonostante le ombre, la dirigenza con Igli Tare al comando non ha intenzione di bruciare in fretta un investimento tanto oneroso. La linea ufficiale è quella della fiducia, con la speranza che il giocatore possa ritrovarsi nel corso dei prossimi mesi.

Molto dipenderà dalle scelte di mercato e dalle decisioni tattiche del tecnico. Se arriverà un nuovo centravanti di spessore o se Allegri deciderà di adattare Leão come prima punta, lo spazio per Gimenez rischierebbe di ridursi drasticamente. In quel caso toccherà al messicano dimostrare con i fatti di meritare altre occasioni, trasformando fischi e delusioni in un nuovo inizio.

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