A un mese esatto dall’inizio degli impegni ufficiali, è tempo di fare un primo bilancio del Milan 2025/26. Tre vittorie in quattro partite (compreso il primo turno di Coppa Italia) fanno ben sperare, così come l’aver concesso gol solo alla Cremonese, nella prima giornata di campionato. Mister Allegri ripone molta attenzione su questo aspetto, e gran parte delle scelte di mercato sono andate in quella direzione, al fine di dare equilibrio e compattezza alla squadra.
La rivoluzione allegriana: quanti acquisti!
Dieci nuovi acquisti per un totale di 176 milioni di euro immessi sul mercato: l’estate del Milan è stata alquanto movimentata e ha riguardato tutti i ruoli, con soli nove reduci dalla scorsa infausta stagione. Una rivoluzione numerica ma pure strutturale, se pensiamo al vestito tattico che i rossoneri hanno indossato in queste prime uscite: nel 3-5-2 dell’allenatore toscano è stato infoltito il centrocampo, sacrificando i terzini di ruolo e dicendo addio (almeno fino al rientro di Leao) al sistematico uno contro uno sulla fascia. Un assetto che solo pochi mesi fa pareva eretico, con la squadra che abbondava di esterni e lasciava la mediana costantemente in inferiorità numerica. Fino a questo momento la musica sembra cambiata, ma come si stanno comportando nel dettaglio i nuovi acquisti rossoneri?
Lode a te, Luka Modric
All’indomani del gol da tre punti contro il Bologna, la copertina non può non prendersela Luka Modric: l’ex leggenda del Real Madrid era stata accolta con infinita stima ma pure qualche perplessità sull’autonomia che avrebbe potuto garantire alla causa. Ebbene, le statistiche raccontano che il croato, titolare fisso da inizio campionato, ha trascorso il 94% dei minuti giocati dalla squadra in serie A. Giocate illuminanti e il solito acume tattico fuori dalla media. Due giorni fa, inoltre, il gol che lo consegna ai recordman della serie A: lui, Silvio Piola, Ibrahimovic, Costacurta, Quagliarella e Vierchowod sono gli unici ad avere segnato a 40 anni compiuti.
Gli altri promossi
A brillare, tra i nuovi acquisti, è anche la stella di Saelemaekers: le due stagioni in prestito hanno riconsegnato all’ambiente milanista un giocatore maturo, instancabile e sempre nel vivo dell’azione, al quale verrà chiesto sempre più spesso la qualità nell’ultimo passaggio. Positivo anche l’esordio di Rabiot, così come fa ben sperare la crescita partita dopo partita di Pervis Estupinan: il difensore ecuadoriano, prelevato dal Brighton, aveva faticato alla prima uscita, ma contro Lecce e Bologna è parso più attento e propositivo. Da lui ci si aspetta tanto e le prime risposte stanno arrivando. In questa speciale lista sembra poter entrare pure Christopher Nkunku: il suo ingresso in campo domenica è stato a dir poco elettrico, conquistando un calcio di rigore poi ingiustamente revocato dal var. Vale la pena sbilanciarsi: il ragazzo darà soddisfazioni.
Il jolly dalla panchina?
Acquistato per dare ordine alla mediana, con il passare delle settimane Samuele Ricci ha perso i galloni della titolarità che le cronache milaniste gli avevano affibbiato in estate. 39 minuti giocati in tre partite, sempre da subentrante: l’ex Torino paga la concorrenza in un reparto che ha visto aggiungere Modric e Rabiot a un Fofana che già l’anno scorso si è dimostrato imprescindibile per gli equilibri della squadra. Ritagliarsi un ruolo da jolly dalla panchina può però non essere negativo per un giocatore alla prima esperienza in una big: con Allegri il feeling va oltre l’essere corregionali, ed è lecito attendersi che col tempo gli vengano concesse maggiori opportunità.
Da rivedere
Alzi la mano chi non si aspettava di più da Koni De Winter: una sola apparizione in campo per l’ex Genoa, subentrato all’infortunato Pavlovic contro il Bologna. 45 minuti attenti al centro della difesa, pochi fronzoli ma forse un po’ di timidezza alla prima a San Siro. In generale si è notato poco, domenica e in queste prime settimane milaniste. Lo stesso dicasi di Pietro Terracciano: l’infortunio occorso a Maignan garantirà all’ex portiere della Fiorentina il posto da titolare nelle prossime uscite del Diavolo, toccherà a lui dimostrarsi pronto e affidabile tra i pali.
Gli oggetti misteriosi
A giudicare dalle prime partite, Athekame e Odogu sono destinati a rimanere gli oggetti misteriosi di questa campagna di rafforzamento: zero, dicasi zero, minuti giocati dai due, panchinati senza indugio tra frasi di circostanza e perplessità legittime. Sono molto giovani, certo. Bisogna aspettarli, chiaro. L’investimento per portarli in rossonero, tuttavia, non è stato una bazzecola per gli standard di questa proprietà, e ad oggi non si scorgono troppi spiragli per farli giocare. Sulla carta, Athekame sarebbe il cambio di Saelemaekers, ma il belga ha una condizione fisica che rende impossibile pensare di privarsene. Dell’ex difensore centrale del Wolfsburg si sa davvero pochissimo, anzi, solo che proviene dal Wolfsburg.
Piccola stella senza cielo: Ardon Jashari
E dire che il mercato del Milan si fonda su uno sfortunatissimo paradosso, ovvero l’infortunio del giocatore su cui è stato fatto l’investimento più importante. Ardon Jashari, 36 milioni spesi e uno stop che si vocifera possa tenerlo fuori fino a novembre. Davvero ingiudicabile l’apporto del numero 4 rossonero, fratturatosi il perone proprio nella sera del debutto contro la Cremonese. Di lui bisogna farsi bastare il ricordo delle belle giocate in precampionato, auspicando di rivederle presto sui campi della serie A.
E tra i partenti, chi sta facendo meglio?
Nutrita, e non poteva essere altrimenti, anche la colonia dei giocatori in uscita. Tra chi ha fatto le valigie, il migliore per rendimento è fin qui Tijjani Rejinders, che in poco tempo ha conquistato un posto da titolare nello scacchiere di Guardiola e nel cuore dei tifosi del Manchester City, con già un gol e un assist. Theo Hernandez sta facendo il suo in Arabia, sorprende invece il bassissimo minutaggio concesso a Malick Thiaw al Newcastle.
Esordi balbettanti anche per Okafor al Leeds e per Jovic all’Aek Atene, addirittura tragicomico il debutto di Emerson Royal con la maglia del Flamengo: i tifosi brasiliani lo hanno ripreso a suon di fischi per le sue disattenzioni in campo. Tornando alle nostre latitudini, vanno segnalate le due titolarità (su tre partite) di Francesco Camarda a Lecce: a preoccupare, tuttavia, è che l’impianto di squadra dei salentini possa non essere il migliore per veder sbocciare il giovane talento dell’attaccante.