Sono passati oltre vent’anni dall’ultima volta che il Milan ha potuto sollevare la Coppa Italia, e il ricordo di quella notte del 2003 resta lontano. Lo scorso maggio la finale persa con il Bologna ha lasciato ferite aperte, ma adesso i rossoneri ripartono con Massimiliano Allegri, un tecnico che la competizione la conosce e che sogna di riportare il trofeo a Milano. La sua idea è chiara: nessuna partita va sottovalutata, nemmeno quella con il Lecce, perché la mentalità vincente si costruisce rispettando ogni impegno. Non è un caso che anche sul 3-0 di Udine abbia preteso attenzione fino all’ultimo secondo, segnale di un allenatore che non si accontenta mai.
Il Milan visto in campionato ha mostrato una fisionomia nuova e più matura, frutto anche di due colpi di mercato che hanno cambiato la faccia del centrocampo. Luka Modric, convinto da Igli Tare dopo un lungo lavoro di persuasione, ha portato carisma ed esperienza internazionale. Adrien Rabiot, voluto con forza da Allegri, ha ritrovato a Milano lo stesso ruolo centrale che aveva già alla Juventus, diventando da subito un punto fermo. Sono scelte precise, nate dall’intuizione dell’allenatore e del direttore sportivo, che hanno puntato su profili capaci di alzare immediatamente l’asticella.
San Siro, un voto che vale il futuro
Mentre il campo racconta di un Milan che torna a pensare in grande, fuori dal terreno di gioco tiene banco la questione San Siro. Il 29 settembre arriverà la decisione definitiva del consiglio comunale: se passerà il sì, Milan e Inter potranno acquistare l’area e dare il via alla costruzione di un nuovo impianto in condivisione, con la demolizione dello stadio attuale e tempi stimati in almeno cinque anni. Se invece dovesse prevalere il no, tornerebbe di moda il progetto alternativo a San Donato.
Al di là dell’esito, resta l’amarezza per un Paese che fatica a rinnovare le proprie infrastrutture sportive e che continua a perdere occasioni, come dimostra la bocciatura di San Siro da parte dell’Uefa per gli Europei del 2032. Intanto, Allegri e i suoi pensano al presente: trasformare il Milan in una squadra capace di lottare su tutti i fronti, con la Coppa Italia come obiettivo concreto e il campionato da vivere fino in fondo.

