Gimenez: zero gol, nove sacrifici. L’arma nascosta di Allegri

Allegri continua ad avere quella capacità intramontabile di far rivalutare l'opinione sui suoi giocatori. Il Bebote è apprezzato dal suo mister che lo considera una pedina utile, un aspetto ancora non del tutto compreso dai media. Ma la voglia che ha messo in campo Santi finora, è bastata per convincere Max ad inserirlo sempre.

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Se vi dicessero che Santiago Gimenez è un attaccante in forma? Non ci credereste. Ma da quando è nelle grazie di Allegri, il giocatore è arrivato a delle condizioni favorevoli e utili per il Milan.

Gimenez: sacrificio e lavoro sporco che piace al Milan

Se visto in campo, la domanda che spesso ci si pone è: oggi segna? Per ora la risposta è no. Ancora no. Sono passate nove giornate, comprese Serie A e Coppa Italia, e il Bebote non è entrato nel suo ruolo. Zero gol e zero assist nelle prime sette giornate. Per una prima punta potrebbe essere il momento in cui nasce l’ossessione: quella sensazione di perdersi in un buco nero, dal quale, fino alla fine della stagione, non si riesce a trovare la via d’uscita.

Lasciate perdere questa ipotesi da Black Mirror e osservate il lavoro svolto dal numero 7 rossonero: ritocchi dei palloni sporchi serviti dai compagni; pressione addosso e costante degli avversari, restituita con degli scatti vicino all’area avversaria e nella fase di costruzione dal basso. Spalle alla porta e a disposizione di Pulisic, Saelemaekers, Leao… Tutto questo è quel che racchiude il Bebote in questi due mesi calcistici. Una punta pronta ad aiutare, che piace all’allenatore livornese. L’aspetto tattico del giocatore è quel che si cerca di apprezzare in questo periodo, circondato dalle varie occasioni da rete avute, talvolta clamorose. lI calcio è strano.

Come si spiega il Bebote?

Qualche passo indietro. Lecce-Milan: quante occasioni ha avuto Santiago Gimenez in quella partita? Troppe. Ma come se l’è create? Ecco uno spunto: sulla linea del fuorigioco, pressato da Gaspar, ha davanti a sé e sulla sua sinistra una distesa verde, utile per cavalcare. Detto fatto. Quell’occasione si conclude con un tiro fiacco indirizzato sul secondo palo.

Altro caso: Juventus-Milan. L’attaccante messicano avanza dopo un uno-due con Christian Pulisic, manda la difesa bianconera in folle, e trascinandosi il pallone in area, trova Di Gregorio a parare il tiro. Ultimo. Milan-Fiorentina: pallone in mezzo, Santi gira leggermente il corpo e prova ad indirizzare il pallone dandogli una piccola spinta, ma impegnando De Gea che trascina il pallone fuori, sopra la traversa. Ma proprio contro la Juventus e la Fiorentina sono rimaste impresse le immagini dei suoi rigori guadagnati. Sporchi ma buoni.

Ecco, questa è la nuova punta del Diavolo. Un giocatore che dà, crea e assimila forza avversaria. Subisce. Ma per i compagni è prezioso e utile in area.

Allegri fa bene a Gimenez

Allegri anche questa volta è riuscito nell’impreziosire un giocatore che sulla carta, guardando i dati realizzativi, appare come un giocatore inerme. Ma il mister da quando è tornato a Milanello, e come dichiarato qualche settimana fa nel post partita di Milan-Bologna, gli sussurrò: “Bravo Santi. Hai giocato per la squadra”. Un gesto che probabilmente ha dato sicurezza al giocatore, visto come un esubero a fine calciomercato e coccolato dalla Roma. Ma la voglia di Santi Gimenez si è vista in tutte le partite e Max lo sta confermando di gara in gara, da titolare o da subentrato. Nonostante le gerarchie iniziali, dove Pulisic e Leao sarebbero potuti essere d’intralcio, i due calciatori preferiscono allargarsi e lasciare lo spazio centrale al loro compagno di reparto. Se non Nkunku, che si è infortunato, chi altro poteva dare del filo da torcere al messicano? Nessuno.

Massimiliano Allegri dimostra che l’intelligenza calcistica spremuta sui suoi giocatori, è spesso figlia di imperfezioni e lacune viste solo sul lato della medaglia che si preferisce.

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