Il caso Santiago Gimenez continua a tenere banco in casa Milan. Il centravanti messicano non scende in campo dallo scorso 28 ottobre, quando al 62’ di Atalanta-Milan fu costretto ad arrendersi a un problema alla caviglia sinistra, lasciando spazio a Ruben Loftus-Cheek. Da allora sono passate settimane, quasi due mesi, ma il suo rientro resta avvolto dall’incertezza.
La situazione è tanto chiara sul piano clinico quanto opaca sul piano pratico. Staff medico e Massimiliano Allegri hanno ribadito più volte che il giocatore è da considerarsi guarito, ma la realtà dei fatti racconta altro: Gimenez non è ancora pronto e, salvo colpi di scena, non sarà a disposizione per la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita, né per la semifinale contro il Napoli del 18 dicembre, né per l’eventuale finale del 22.
Un’assenza che si allunga
Il programma di riatletizzazione, iniziato la scorsa settimana dopo un’inattività prolungata, prosegue a Milanello, ma senza indicazioni precise sui tempi di rientro. L’ipotesi più concreta è che il messicano possa tornare a disposizione non prima dell’ultima gara del 2025, quella contro l’Hellas Verona a San Siro, in programma domenica 28 dicembre. Anche in questo caso, però, le certezze scarseggiano.
Una gestione prudente, forse necessaria, che però alimenta interrogativi sempre più pressanti su una situazione che appare fuori dall’ordinario.
Allegri e l’emergenza in attacco
Alla vigilia della sfida contro il Sassuolo, Allegri aveva affrontato il tema senza nascondersi. “Fino a gennaio non può arrivare nessuno, devo trovare soluzioni interne”, aveva spiegato, sottolineando la necessità di fare affidamento su un gruppo che, a suo dire, sta rispondendo con disponibilità. Il tecnico aveva poi ribadito quanto il recupero di Gimenez sia centrale per la gestione della seconda parte di stagione.
“È importante recuperarlo, soprattutto per avere quattro attaccanti tra cui scegliere”, aveva aggiunto Allegri, guardando già a un gennaio fitto di impegni. Il rientro di Athekame, Fofana e Leao ha già ampliato le opzioni in panchina, ma senza Gimenez il reparto offensivo resta corto e costretto a continui adattamenti.
Sette partite saltate e numeri che pesano
Finora, l’ex attaccante del Feyenoord ha già saltato sette partite tra campionato e Coppa Italia: Roma, Parma, Inter, Lazio, oltre agli impegni contro Torino e Sassuolo, più la gara di coppa. A queste si aggiunge ora la certezza dell’assenza in Supercoppa contro il Napoli.
Il dato che rende il tutto ancora più delicato è il rendimento precedente allo stop. In nove presenze stagionali in Serie A, Gimenez non ha segnato nemmeno un gol, mettendo a referto appena un assist. Numeri deludenti, che non spiegano da soli l’attenzione mediatica attorno alla sua assenza, ma che contribuiscono a rendere la situazione ancora più enigmatica.
Dietro c’è il mercato?
Ed è qui che il discorso inevitabilmente scivola sul mercato di gennaio. Nonostante le smentite dell’entourage del giocatore su una possibile cessione, il Milan sta valutando profili più funzionali al gioco di Allegri. L’eventuale sacrificio di Gimenez potrebbe liberare spazio e risorse, offrendo al club margine di manovra per intervenire in entrata.
Al momento non ci sono decisioni definitive, ma una sensazione si fa strada: l’assenza prolungata del centravanti messicano non è più solo una questione fisica. Tra recuperi che slittano, Supercoppa persa e un rendimento mai davvero decollato, il futuro di Gimenez resta un punto interrogativo aperto. E il Milan, nel frattempo, è chiamato a fare delle scelte.

