Nel successo del Milan contro la Roma, firmato Pavlovic e blindato dal rigore parato da Maignan, c’è anche il volto meno felice di Youssouf Fofana. Il centrocampista francese, tra i più dinamici del gruppo di Allegri, ha vissuto una serata dal doppio volto: prezioso nel recupero e nella densità di gioco, ma meno brillante e lucido nelle scelte offensive e nei momenti chiave.
A San Siro, il classe ’99 ha incarnato lo spirito combattivo del Milan, ma la sua prestazione è stata condizionata da imprecisioni tecniche e due errori pesanti che potevano costare caro.
Il dinamismo non basta: errori sotto porta e palloni persi
Nel primo tempo Fofana è apparso nel vivo del pressing e delle transizioni, recuperando diversi palloni e dando equilibrio al centrocampo. Tuttavia, quando la squadra si è distesa, la sua incisività è venuta meno. Il francese ha fallito due nitide occasioni da rete, entrambe da posizione favorevole, per un totale di 0.63 Expected Goals (xG) non concretizzati. Numeri che raccontano di un giocatore capace di arrivare in area, ma ancora troppo poco freddo al momento della conclusione.
Anche nella gestione del possesso Fofana ha mostrato limiti evidenti: sette palloni persi e due dribbling tentati – entrambi falliti – segno di una certa frenesia nella lettura delle situazioni. Il suo contributo alla costruzione è stato disordinato, e in alcuni momenti il Milan ha perso ritmo proprio quando il pallone passava dai suoi piedi.
Il rigore causato: un errore di concentrazione
L’episodio più critico della sua gara arriva nel finale. Prima una punizione ingenua concessa al limite dell’area, poi il tocco di mano sul tiro di Lorenzo Pellegrini che porta l’arbitro a concedere il rigore alla Roma. È il minuto 82: San Siro trattiene il fiato, ma Maignan salva tutto su Dybala, evitando che un errore di Fofana cancellasse il lavoro di tutta la squadra.
Un doppio episodio che evidenzia una mancanza di lucidità nei momenti decisivi, figlia forse della stanchezza e di un eccesso di foga. Situazioni che il giocatore dovrà imparare a gestire meglio, soprattutto in un ruolo dove ogni lettura sbagliata può pesare come un gol subito.
Una lezione per crescere
Nonostante gli errori, Fofana resta una pedina fondamentale nello scacchiere di Allegri per energia, copertura e capacità di inserimento. La sua evoluzione, però, passa dalla precisione: imparare a trasformare l’intensità in efficacia, l’agonismo in lucidità.
La notte di San Siro, chiusa con il sollievo del successo rossonero, gli lascia un messaggio chiaro: per diventare un centrocampista completo, non basta correre, bisogna scegliere e colpire nel momento giusto.

