C’è un tono pacato, sereno, quasi meditativo nella voce di Alessandro Calori, allenatore ed ex difensore di numerose squadre Italiane (Pisa, Udinese, Perugia, Venezia, Brescia solo per citarne alcune). Parla di calcio come chi parla della vita, perché è stato in grado di trasformare la sua più grande passione in quotidianità e ne parla con rispetto, misura e consapevolezza del tempo passato – da protagonista, da collante di diversi spogliatoi e poi da guida- . “Nella mia carriera, ho avuto allenatori che mi hanno insegnato prima ad essere una brava persona e poi un calciatore. Oggi mi accorgo che questi sono gli insegnamenti migliori che si possono fare”.
Per Calori il gruppo e soprattutto i giovani sono un intreccio di sensibilità da coltivare! In questa nostra intervista esclusiva racconta di come il suo modo di allenare si sia evoluto nel tempo e di come questa fame di miglioramento, di evoluzione ha da sempre forgiato la sua persona, sin da quando aveva gli scarpini addosso. E anche ora che questi scarpini rappresentano il ricordo di un sogno realizzato, questa stessa fame non lo abbandona, ma lo porta a voler raggiungere nuovi obbiettivi, a voler “tornare a fare quello che mi piace”, dichiara.
Dietro queste consapevolezze c’è l’uomo che ha imparato a guardarsi dentro, non solo l’ex difensore che ha vissuto l’epica di Perugia-Juventus nel 2000, ma un allenatore che oggi parla di equilibrio, educazione e crescita personale. “Il lavoro che ho fatto lo ho fatto al 100%, ho giocato sempre con passione e voglia”, la stessa passione che anche voi leggendo questa intervista sarete in grado di percepire nelle parole di Mister Calori.
Mister Calori: il calcio come scuola di equilibrio e verità
Mister Calori è, per sua stessa definizione, un “uomo di campo”! Nel corso della sua carriera dichiara di aver conosciuto diverse figure, ognuna delle quali gli ha insegnato qualcosa; ma pone particolare attenzione al ricordo di un allenatore, Mister Benvenuto: “Ad oggi non c’è più, ma aveva talmente tanta fiducia in me, che credeva potessi diventare un calciatore! Questo non lo posso dimenticare” . Menziona altre importanti figure, come Mazzone, Zaccheroni, Guidolin, Giannini e ne cita diversi altri, perché “sono figure di spessore, da cui se sei attento, puoi sempre cogliere qualcosa”.

Ed è emblematico come in un rapporto di causa-effetto, anche Calori riporti la medesima fiducia (posta nei suoi confronti da Mister Benvenuto), verso i suoi stessi giocatori:” Ho avuto El-Sharaawy a 17 anni e lo ho fatto giocare titolare subito, senza remore! Credo che i giovani che dimostrano qualcosa di diverso dagli altri, devi avere il coraggio di buttarli dentro”. E Mister Calori ha saputo intuire e lanciare diversi giovani di talento, tra questi ricorda Cranio, Caldirola, Mussolini, Crespi, Ruggeri a cui però – ribadisce- ha sempre tenuto ad insegnare prima di tutto ad essere “ragazzi in gamba”.
Nella sua carriera diverse volte ha ereditato in corso stagione la guida delle sue squadre e proprio su questo dichiara: “Subentrare in una panchina è diverso, da allenarla dal principio! Devi capire velocemente dove entri, entrare nella testa dei ragazzi, dargli fiducia e la forza di intraprendere la strada giusta e questo mi ha insegnato che ci vuole elasticità!” Per Calori : “la differenza per un allenatore la fa la resa del giocatore, perché è lui che va in campo! Bisogna sostenere e valorizzare i ragazzi”.
Il calcio è stato per lui, una scuola di equilibrio e crescita, che lo ha portato anche a poter donare tutti i principi appresi con competenza e umanità.
Il volto tattico di Mister Calori
“Ci vuole capacità di capire dove i giocatori possono rendere al massimo”, lo dice spiegando l’intuizione di schierare El Kaddouri trequartista al Brescia! Grazie a questa intuizione, realizzò 6 gol e in seguito passò dal Brescia al Napoli. “Capire i ragazzi” – quindi – “è una cosa fondamentale”.

Calori poi non rifugge il cambiamento nel calcio moderno, ad esempio nel ruolo del difensore :” Adesso con il VAR è tutto più visibile, questo è condizionante per un difensore! Inoltre spesso gli allenatori vogliono un difensore dai piedi buoni, per costruire il gioco dal basso, per diventare registi” Ma per Mister Calori “nel calcio si inventa poco”, per cui questo cambiamento è in realtà figlio di alcuni episodi che si sono già verificati nel passato : “Anche prima che giocassi io c’era Scirea che veniva chiamato libero, proprio perché partiva da dietro e a volte faceva gli assist per i compagni”. La differenza più grande secondo Calori, tra le epoche? L’allenatore. ” Devi trovare l’allenatore che da il coraggio al difensore di anticipare e andare avanti per cercare la conclusione, anche a me è capitato, ma perché ho trovato chi me lo ha permesso! Serve questa elasticità”.
E sempre per il principio secondo il quale “nel calcio non si inventa nulla”, per Mister Calori ciò che cambia ad oggi è la comunicazione! “La terminologia fa la differenza, se parli di sistema di gioco sei antiquato, ad oggi si parla di ricerca degli spazi, si cerca l’uomo in più! Il centrocampista si allarga, il terzino va dentro al campo, si ricercano situazioni che possano mettere in difficoltà l’avversario, ma alla fine (per quanto cambino i ruoli) ciò che cambia maggiormente è la comunicazione, perché sono sempre due figure che svolgono due ruoli”.
Da Mister a Mister, Calori sugli allenatori di Serie A
Mister Calori si concede poi a qualche commento sull’operato dei suoi colleghi in Serie A, in particolar modo apprezza coloro i quali ricercano quello spazio sopracitato attraverso le loro idee e lo fa con queste parole: “C’è l’idea di Gasperini di giocare uomo contro uomo, che poi è il calcio! Perché se tu vinci un duello uno contro uno, probabilmente crei superiorità numerica e la giusta situazione”.
“Un calcio più moderno lo esprime Fàbregas, in Italia è quello che interpreta maggiormente un ruolo di rotazione, più Europeo! Ha scritto come giocatore la sua storia in più campionati, ha le idee chiare su quello che vuol fare ed ha un modo di fare calcio un po’ diverso da tutti, ma efficace! Non è sprovveduto o improvvisato, la sua è una ricerca creata”.
Calori su Allegri e sul Milan
“Allegri è un mister che mi sembra assurdo, spesse volte sia stato oggetto di critiche! È tornato ed ha normalizzato l’ambiente, ha un esperienza tale da saper individuare e gestire le problematiche, da saper cambiare durante la partita. Ha un suo modo di allenare, che si è evoluto anche per lui e in questo momento è quello che serviva al Milan per rimettere apposto una grande squadra, una società che ha un valore assoluto! È completo, semplifica le cose, ha saputo gestire anche momenti difficili in cui era solo e da sempre merito ai ragazzi quando le cose vanno bene e sa difenderli quando non vanno”.
Mister Calori di Mister Allegri apprezza la capacità di gestire le figure, le partite e crede che bisogna riconoscere che sia un grande allenatore! Un Calori per certi versi simile ad Allegri sulla fiducia e sulla difesa nei confronti dei suoi ragazzi, ma che tiene a specificare: “Anche a me piace coinvolgere i ragazzi, proteggerli, ma dopo in privato se c’è da fare un rimprovero non mi vergogno! Il fine ultimo di tutti deve essere quello di raggiungere gli obbiettivi che ci si prefissa”.
Il volto umano di Mister Calori
“Sono stato Capitano dell’Udinese la prima volta che siamo arrivati in Coppa Uefa, ma non ci siamo arrivati per caso! Io ho cercato di coinvolgere tutti i miei compagni per raggiungere questo obbiettivo, mi sono detto che avrei dovuto raggiungerlo finché non me ne sarei andato da lì”.
Alessandro Calori, dietro il giocatore e poi l’allenatore è un uomo che sul “sapersi comportare in un certo modo” ha costruito la sua intera carriera! Lo si evince da queste altre dichiarazioni: “Ho avuto diversi sogni sin da bambino, ma per raggiungerli non devi mettere davanti l’Io, devi coinvolgere, essere partecipe”. Sull’esperienza da capitano aggiunge: “Difendevo i compagni e quando c’era da prendere gli insulti mi mettevo davanti perché ero il capitano e volevo difendere il gruppo, però quando c’erano da prendere i meriti cercavo di stare sempre dietro le quinte, perché ciò che mi interessava era raggiungere l’obbiettivo”.
Calori giocatore ha dato tutto sul campo, con grande passione e voglia! Riesce ancora a meravigliarsi sulla bellezza del calcio, dettata dalla sua imprevedibilità. E crede fermamente che ci sia ancora tanta passione in questo sport :”Vedo giocare Yamal, ed è poesia, è calcio! Ma senza andare troppo lontano, Nico Paz è un talento straordinario! Questo bisogna cercare di coltivare nei ragazzi nel miglior modo possibile”.
Il Calori del domani
Calori è stato un giocatore che non si è mai accontentato, che ha sempre voluto di più da se stesso! Sostiene che “dietro il calciatore c’è una figura che è alla costante ricerca di un qualcosa in più di quel che è! Questo nessuno te lo regala, ci devi lavorare”.
Questa ambizione lo accompagna ancora oggi e sul suo futuro dichiara :”Sogno di arrivare ad allenare in Serie A, perché credo che sia il mio ambiente! Mi manca questa ciliegina, questa opportunità … che sia come mister in prima squadra o come assistente, vorrei non sprecare tutta l’esperienza che ho ma metterla a servizio dei ragazzi, di un gruppo! Parlo a cuore aperto e lo vorrei molto, altrimenti non mi capacito del perché vado a vedere partite ogni settimana; lo faccio per rimanere al corrente, altrimenti avrei già abbandonato l’idea standomene magari a fare dell’altro”.
Ciò che si evince dalle parole di Mister Calori è la visione di un uomo che ha dedicato la sua vita al calcio, lo stesso sport di cui ancora ad oggi non riesce a farne a meno! In bocca al lupo Mister, che la sua esperienza, la sua competenza e la sua empatia la possano guidare a raggiungere l’ennesimo obbiettivo, a realizzare l’ennesimo sogno da bambino, ormai diventato campione.