Il calciomercato estivo si è chiuso ma per il Milan un problema resta aperto, anzi apertissimo: il futuro di Divock Origi. Arrivato a Milanello nell’estate del 2022, l’attaccante belga è diventato un vero e proprio “fantasma” in rosa, un esubero dal peso finanziario insostenibile per il club. Il suo oneroso contratto, che scadrà nel giugno 2026, lo rende uno dei casi più spinosi da risolvere per il nuovo assetto societario, guidato dal direttore sportivo Igli Tare e dal nuovo tecnico Massimiliano Allegri.
Il suo stipendio da 4,5 milioni di euro netti a stagione, a fronte di pochissime presenze in campo nell’ultimo anno e mezzo, è una spina nel fianco per le casse rossonere. Si era vociferato di un accordo per una buonuscita, una cifra pari al 50% degli emolumenti rimanenti, un compromesso che avrebbe fatto comodo a tutti.
La svolta inaspettata che ha fatto saltare tutto
Tuttavia, secondo quanto riportato da Tuttosport, proprio sul filo di lana del mercato è arrivato un inaspettato dietrofront da parte di Origi. Il calciatore ha deciso di non accettare le condizioni proposte, facendo naufragare l’accordo e costringendo il Milan a tenersi un peso ingombrante in rosa e a bilancio. Questa mossa sottolinea la complessità nella gestione degli esuberi e mette Igli Tare di fronte a una delle sue prime grandi sfide. Se Allegri decidesse di non puntare su di lui, Origi rimarrebbe ai margini, continuando a percepire uno stipendio milionario senza contribuire in campo. Un vero e proprio “boomerang economico”.
La saga di Origi è tutt’altro che conclusa e continuerà a essere un tema caldo nei prossimi mesi. La sua gestione sarà un banco di prova cruciale per la solidità finanziaria e la capacità del Milan di risolvere situazioni contrattuali complicate. Che si tratti di un nuovo prestito o di una cessione definitiva nella prossima finestra di mercato, una cosa è certa: la vicenda è destinata a far parlare di sé ancora a lungo.