Buffon ricorda Conte e Allegri: “Alla Juve si lavorava senza sosta”

L’ex capitano bianconero rievoca gli anni alla Juventus tra la durezza di Conte e la personalità di Allegri, oggi di fronte in Milan-Napoli.

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Quando si parla di grandi allenatori che hanno segnato la storia recente della Juventus, Gianluigi Buffon non ha dubbi: Antonio Conte e Massimiliano Allegri hanno lasciato un’impronta profonda, ma in modi molto diversi. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’attuale direttore sportivo della Nazionale italiana ha ripercorso quegli anni intensi in cui la squadra bianconera iniziava a costruire un ciclo vincente, ricordando soprattutto i ritmi serrati imposti dall’attuale tecnico del Napoli.

Caspita quanto lavoravamo…”, ha confessato Buffon con un sorriso, raccontando il periodo in cui Conte sedeva sulla panchina juventina. Un’epoca caratterizzata da allenamenti massacranti, cura maniacale dei dettagli e una disciplina che ha trasformato il gruppo in una macchina quasi perfetta.

Conte e la Nazionale, tra rigore e popolarità

Buffon ha spiegato come il salto in Nazionale avesse costretto Conte ad adattarsi: meno rigido rispetto alla quotidianità di un club, più incline al compromesso per plasmare in pochi giorni una squadra composta da giocatori provenienti da realtà diverse. “La sua forza – ha aggiunto – era la capacità di trascinare tutti: calciatori, dirigenti, tifosi. L’Italia di Euro 2016, pur senza vincere, riuscì a essere amata dal Paese. Uscimmo con onore ai quarti contro la Germania, e forse in semifinale con la Francia non avremmo avuto chance, viste le assenze”.

Allegri, l’uomo della personalità diversa

Dal lavoro martellante di Conte, Buffon è poi passato all’arrivo di Massimiliano Allegri. Un passaggio tutt’altro che semplice, visto che la Juventus era già abituata a ritmi e metodologie completamente differenti. “Allegri aveva meno conoscenza del mondo Juve e ha avuto bisogno del sostegno di tutte le componenti – ha ricordato Buffon – ma ha mostrato subito coraggio. Accettò di prendere la squadra in corsa e seppe imporsi con la sua personalità”.

Due visioni differenti, due modi di guidare una squadra, ma entrambi capaci di segnare la storia recente della Juventus. E ora, curiosamente, Conte e Allegri si ritroveranno di fronte a San Siro, con Napoli e Milan pronti a contendersi una sfida che profuma di passato e futuro del calcio italiano.

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