Emozione, determinazione e una voglia immensa di lasciare subito il segno. Ardon Jashari, nuovo centrocampista rossonero arrivato dal Club Brugge, si è presentato ufficialmente ai tifosi e alla stampa, raccontando sensazioni, obiettivi e primi giorni a Milanello. Un incontro in cui il talento svizzero, classe 2002, ha parlato a cuore aperto del suo percorso, del legame con il Milan e dell’entusiasmo per l’inizio di questa nuova avventura.
“Le mie sensazioni su questo club sono incredibili – ha esordito -. È un sogno che si realizza, non solo per me ma anche per la mia famiglia. L’accoglienza è stata fantastica e mi sto ambientando alla grande”.
La trattativa per portarlo a Milano non è stata semplice: “Tutti sanno che è stato un percorso lungo. Il Brugge non voleva lasciarmi andare, ma io volevo solo il Milan. Ho avuto altre proposte, ma non ho mai avuto dubbi. Devo ringraziare Tare, che mi ha garantito dal primo giorno che avrebbe fatto di tutto per portarmi qui”.
Jashari ha poi speso parole importanti per Massimiliano Allegri, sottolineando il clima positivo respirato nello spogliatoio: “Si vede subito che è un allenatore vicino alla squadra, c’è grande armonia. Tutti scendiamo in campo per vincere”.
Sulle pressioni e le aspettative, il centrocampista ha le idee chiare: “Chi indossa questa maglia sa cosa significa. Io lavorerò duro per ripagare la fiducia e rendere orgogliosi i tifosi”.
Il modello di riferimento? Andrea Pirlo: “Da ragazzo giocavo trequartista, come lui all’inizio, poi mi sono spostato più indietro. Pirlo è stato una grande fonte di ispirazione, ma porterò in campo il mio stile”.
Non sono mancati i passaggi sui nuovi compagni e sulla possibilità di giocare accanto a un campione come Luka Modric: “Ha un’esperienza immensa. Ogni giorno posso imparare qualcosa di nuovo. Giocare con lui è un onore”.
Infine, lo sguardo al futuro: “L’obiettivo è vincere il più possibile. Questa squadra ha qualità e ambizione, io darò tutto in entrambe le fasi di gioco, con il fuoco dentro. Voglio chiudere la stagione con un trofeo in mano e con la sensazione di aver dato tutto”.