Pubblicità

Allegri, il re di Coppa: perché la sua avventura nel torneo riparte davvero solo ora

4 min di lettura

Il cammino del Milan in Coppa Italia è iniziato già ad agosto, ma la sua storia dentro il torneo, paradossalmente, prende forma soltanto adesso. Massimiliano Allegri, squalificato per le prime due partite a causa della finale incandescente del 2024 disputata quando era ancora alla guida della Juventus, torna finalmente a bordo campo. E il ritorno non è un dettaglio, perché la Coppa Italia è diventata negli anni la sua dimora naturale, il terreno in cui ha costruito un dominio senza eguali.

La sfida contro la Lazio, già carica per la recente vittoria rossonera in campionato, porta con sé un peso specifico elevatissimo. Allegri ritrova la competizione che meglio racconta la sua carriera, e lo fa nel momento in cui il Milan ha bisogno del suo istinto più feroce, quello che nelle partite da dentro o fuori ha sempre fatto la differenza.

Il vero “Re di Coppa”

Nessun allenatore nella storia italiana ha vinto la Coppa Italia più volte di Allegri. Cinque successi, tutti marchiati Juventus, con un ritmo impressionante: il primo nel 2015, poi tre trionfi consecutivi fino al 2018 e l’ultimo, nel 2024, che portò alla rottura definitiva con la dirigenza bianconera. Il trofeo che segnò il suo addio è stato anche il sigillo del suo record.

Quel percorso, durato un decennio, ha trasformato Allegri in una figura quasi mitologica del torneo. Non solo per le vittorie, ma per l’abitudine alla gestione dei momenti decisivi: finali, semifinale doppie, serate di tensione che la sua Juventus sapeva affrontare con una freddezza chirurgica.

Un maestro del double

La grandezza di Allegri in Coppa Italia non si misura solo dal numero dei trofei alzati. L’allenatore livornese è stato anche il primo – e finora unico – a centrare quattro double consecutivi, vincendo nello stesso anno Coppa Italia e Scudetto. Una continuità feroce, una mentalità che trasformava ogni competizione in un dovere, mai in un fastidio. Per lui la Coppa non è mai stata un torneo secondario, ma un obiettivo chiaro, concreto, da centrare a qualunque costo.

Numeri che raccontano una supremazia

Dalle 54 partite allenate nella competizione, Allegri ha ottenuto 37 vittorie, 3 pareggi e 14 sconfitte. Cinque finali vinte, una sola persa: quella del 2022 contro l’Inter, caduta nei supplementari dopo un duello di nervi più che di gioco. Nella classifica degli allenatori più vincenti della Coppa Italia, Allegri guarda tutti dall’alto: dietro di lui Mancini ed Eriksson con quattro titoli; a quota tre, leggende come Liedholm, Bersellini, Inzaghi e Rocco. Nessuno, però, ha saputo costruire un rapporto così solido e continuo con il torneo.

Un obiettivo che resta centrale

Il ritorno all’Olimpico non è soltanto la fine della squalifica: è l’inizio della sua Coppa Italia rossonera. Allegri stesso, alla vigilia, lo ha ribadito senza giri di parole. La Coppa è un obiettivo, e lo diventa ancora di più quando si entra negli ottavi, quando ogni partita può cambiare il giudizio su un’intera stagione. «La Coppa Italia non interessa a nessuno fino agli ottavi – ha detto a SportMediaset – poi interessa a tutti». Una frase che sembra scolpita sulla sua carriera, che descrive meglio di qualunque statistica il suo modo di affrontare la competizione. Ora che può tornare a guidare il Milan dal campo, la storia ricomincia da dove si era interrotta: dal tecnico che ha fatto della Coppa Italia la sua casa, dal “Re di Coppa” che vuole ancora sedersi sul trono.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità