Milan, è l’ora di Ardon Jashari: dall’estate infinita all’esordio vero in Coppa Italia

Il centrocampista svizzero, inseguito per mesi e pagato quasi 40 milioni, è pronto alla prima da titolare dopo il lungo stop.

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Gli ottavi di Coppa Italia, spesso terra di rotazioni e prove generali, diventano per il Milan una lente d’ingrandimento su chi finora ha avuto solo un ruolo marginale. Tra questi c’è un nome che da mesi aleggia come un’attesa sospesa: Ardon Jashari. Un talento inseguito, pagato caro, quasi immaginato come una firma identitaria del nuovo ciclo rossonero, e che invece il campo ha restituito appena in due brevi apparizioni.

Contro la Lazio, finalmente, quel limbo si spezza: il centrocampista svizzero è pronto a prendersi il suo primo vero spazio con la maglia del Milan. Non un semplice minutaggio di contorno, ma una titolareità pesante, in un ottavo di finale a eliminazione diretta.

L’estate infinita: un’operazione da 40 milioni

La storia di Jashari al Milan comincia molto prima del suo arrivo. Comincia in realtà in estate, con una trattativa lunga, complicata, un braccio di ferro con il Club Brugge che non è mai arretrato dalla richiesta-monolite: quaranta milioni, non un centesimo in meno. Il giocatore voleva il Milan, il Milan voleva lui. E alla fine i rossoneri hanno piegato la resistenza belga, versando una cifra complessiva – tra parte fissa e bonus – vicina proprio ai 40 milioni. Jashari ha firmato fino al 2030, con un ingaggio da 2,5 milioni netti a stagione. Un investimento strutturale, quasi da uomo-copertina. E per questo la sua assenza ha pesato ancora di più.

Un infortunio crudele dopo pochi giorni

Appena venti giorni dopo l’annuncio ufficiale, Jashari è crollato in allenamento. Un contrasto duro con Santiago Gimenez ha provocato una frattura composta al perone destro. Uno stop lungo, pesante, che ha gelato subito l’entusiasmo e rinviato ogni programma tecnico.

È tornato a disposizione solo a novembre, convocato per Milan-Roma, ma senza mettere piede in campo. I suoi unici minuti veri risalgono all’estate e alla prima giornata contro la Cremonese: istantanee brevi, insufficienti anche solo per intuirne l’impatto.

Pochi lampi, tanta attesa

Il percorso del centrocampista, fino ad oggi, è stato quasi fantasma. Il debutto assoluto risale alla gara contro il Bari in Coppa Italia, a metà agosto. Poi quei sedici minuti contro la Cremonese, il resto solo convocazioni e recupero. È anche per questo che l’Olimpico assume ora un valore simbolico: non un semplice rientro, ma la prima vera pagina della sua avventura in rossonero.

Regista o mezzala: Allegri prepara il suo test

Il Milan lo immagina regista, il cuore del 3-5-2, l’uomo che detta tempi e linee. Contro la Lazio dovrebbe prendere il posto di Luka Modric, dando ordine e verticalità. Ma Jashari ha la duttilità per agitare anche altri scenari: può muoversi da mezzala, inserire, palleggiare tra le linee, costruire il gioco con una qualità che il club ha voluto fortemente.

Massimiliano Allegri non ha nascosto la curiosità di rivederlo all’opera: “È un’opportunità per testare la sua condizione. Quando è arrivato era fermo da un mese e mezzo, poi si è fatto male per due mesi. Sono curioso anch’io di vedere come sta fisicamente”, ha detto alla vigilia. Parole sincere, che disegnano il senso della serata: un esame, un primo passo, forse l’inizio di un ruolo più centrale nel progetto rossonero.

La notte di Jashari

Arrivato con aspettative enormi, frenato da un infortunio crudele, rimasto ai margini per settimane, Jashari ora ci sarà. Sarà il suo momento, finalmente. La Coppa Italia diventa il suo palcoscenico d’ingresso, la prima occasione per mostrare al Milan perché è stato voluto, inseguito e pagato come un pezzo da futuro capitale tecnico. Dopo mesi di silenzio e attesa, l’ora di Ardon Jashari è davvero arrivata.

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