Davide Bartesaghi si è preso la scena nel momento più caldo, proprio nel derby che ha rilanciato il Milan contro l’Inter. Allegri lo ha scelto a sorpresa al posto di un profilo affermato come Pervis Estupiñán, affidandogli la fascia sinistra con un coraggio che si è rivelato decisivo. Il classe 2005 ha risposto con una prestazione di livello, ricca di personalità, mostrando una maturità che ha stupito anche i più scettici.

La scelta di Allegri e il segnale nel derby
La gara contro i nerazzurri ha certificato che Bartesaghi non è più soltanto una promessa del vivaio. È un titolare credibile, in grado di reggere la pressione e la grandezza della maglia che indossa. Allegri, che già in estate aveva puntato forte su di lui, lo ha difeso da ogni valutazione affrettata, ignorando l’ipotesi del prestito nonostante la retrocessione del Milan Futuro in Serie D sembrasse indirizzare il ragazzo verso un anno lontano da Milanello. Il derby lo ha presentato al grande pubblico. Una prova fatta di coraggio, letture pulite, avanzate continue. Il tipo di partita che cambia la percezione su un calciatore.
Il “no” che vale un futuro
Dietro la sua esplosione c’è anche una scelta societaria precisa. Prima dell’arrivo di Matteo Ruggeri dall’Atalanta, costato circa 20 milioni, l’Atletico Madrid aveva bussato alla porta del Milan per capire la disponibilità sul giovane terzino. Diego Simeone, sempre attento ai profili aggressivi e strutturati, aveva intuito il potenziale di Bartesaghi nonostante le poche apparizioni in Prima squadra.
Il Milan, però, ha risposto con un secco rifiuto. Igli Tare e Massimiliano Allegri hanno posto un veto assoluto sulla cessione, considerandolo un giocatore centrale nel progetto. Non solo l’Atletico: anche il Borussia Dortmund e alcune società di Serie A avevano chiesto informazioni, senza però ottenere spiragli.
Una storia rossonera fin dall’inizio
Bartesaghi è cresciuto dentro il Milan. Arrivato giovanissimo, ha percorso tutta la trafila del settore giovanile prima di esordire in Serie A il 23 settembre 2023, entrando al posto di Alessandro Florenzi nella vittoria per 1-0 contro il Verona. Pochi giorni dopo, il 2 ottobre, ha firmato il suo primo contratto professionistico, valido fino al 2026.
Il club ha continuato a credere in lui. E tre anni dopo quell’esordio, la fiducia si è trasformata in certezza: Bartesaghi ha firmato un rinnovo fino al 2030, una scelta che parla più di qualsiasi dichiarazione.
Un presente conquistato e un futuro da costruire
Oggi Bartesaghi non è più un talento da proteggere: è un titolare in crescita, un investimento tecnico e identitario. Il “no” all’Atletico Madrid è stato il primo bivio di una carriera che promette di svilupparsi ad altissimo livello. E il derby vinto contro l’Inter potrebbe essere ricordato come il giorno esatto in cui la fascia sinistra del Milan è diventata davvero sua.

