La NBA accelera sul progetto europeo e chiama in causa il Milan: perché ora è tutto più concreto

Mark Tatum apre alla nascita di una “Champions del basket” e cita esplicitamente i rossoneri: tempi, scenari e ruolo del fondo RedBird.

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La sensazione che l’NBA stesse preparando qualcosa di ambizioso aleggiava da tempo, ma le parole di Mark Tatum, vice commissioner della lega statunitense, hanno trasformato le indiscrezioni in un messaggio politico molto chiaro. Nel corso della Dealmakers Conference di Sports Business Journal a New York, il numero due della NBA ha citato apertamente il Milan tra i brand coinvolti nel progetto Europe, la futura competizione ispirata alla Champions League che la lega americana vorrebbe far nascere nel continente entro cinque-dieci anni. Un’affermazione che sposta gli equilibri e dà ai rossoneri un ruolo che ormai non può più essere letto come marginale.

Quando Tatum pronuncia il nome “Milan”: il segnale che cambia tutto

Il riferimento non è stato generico né inserito per caso. Tatum, parlando delle potenziali protagoniste, ha elencato realtà come Real Madrid, Barcellona, PSG, Manchester City e, appunto, Milan, sottolineando la forza dei brand europei e la loro compatibilità con un progetto costruito per attrarre pubblico globale e investimenti transnazionali. L’immagine evocata è stata precisa: “Nel giro di cinque-dieci anni potremmo vedere un Milan-Barcellona in questa competizione”. Una frase che definisce una volontà politica, ma anche una visione strategica della NBA sul mercato europeo.

Il format allo studio: una Champions del basket per dieci-dodici grandi città

Il progetto non è ancora ufficialmente definito nei dettagli, ma lo scheletro è chiaro: una lega con 10-12 club permanenti, collocati nelle capitali e nei poli sportivi del continente, più alcune realtà variabili inserite sulla base dei risultati stagionali. Una sorta di superlega cestistica che farebbe da ponte con la NBA tramite esibizioni, sinergie commerciali e incroci competitivi da costruire gradualmente.

La data cerchiata in rosso è la stagione 2027/28, anno possibile per un primo lancio; poi il regime completo potrebbe arrivare nel 2028/29. La fase attuale, secondo Tatum, riguarda soprattutto la ricerca di investitori. E qui entra in scena una figura che a Milano conoscono bene.

Perché RedBird avvicina il Milan alla NBA più di ogni altra squadra italiana

Il fondo RedBird, proprietario del Milan, ha rapporti consolidati con l’ecosistema sportivo americano. La rete di contatti, unita all’esperienza nel settore entertainment, rende i rossoneri una delle piazze più appetibili per un progetto che richiede visione, struttura e solidità commerciale. Non è un caso che la NBA abbia già dialogato con Gerry Cardinale e il suo network, come emerso nei mesi scorsi.

Lo scenario diventa ancora più interessante se si considera che il Milan non è direttamente legato al club di basket cittadino—l’Olimpia Milano è fortemente integrata nell’Eurolega—e questo potrebbe facilitare un nuovo spazio di collaborazione senza conflitti istituzionali.

La NBA Cup come traiettoria futura: Milan tra Knicks, Lakers e Bulls?

Nell’intervento di Tatum è comparso anche un altro dettaglio: la possibilità che, già dal primo anno di attività, i club europei partecipino a una Coppa di preseason insieme a franchigie NBA come Knicks, Lakers o Bulls. Una fase introduttiva che servirebbe da test per poi inserire le migliori della lega europea direttamente nella NBA Cup, la competizione già attiva negli Stati Uniti.

Ed è proprio in questo contesto che il nome del Milan è tornato nelle parole del dirigente: “Potremmo avere Milan e Barcellona nella NBA Cup”. Un’immagine che va oltre la suggestione e che lascia intendere come i rossoneri rientrino a pieno titolo nella lista dei partner ricercati.

Un progetto che avanza: perché il 2028 potrebbe non essere così lontano

Non è la prima volta che la NBA “bussa” alla porta del Milan. Lo scorso agosto era filtrato l’incontro tra Adam Silver e il Real Madrid, con contatti paralleli avviati anche verso RedBird. Manchester City e PSG avevano già espresso interesse, mentre la società rossonera veniva indicata come uno dei brand più solidi per visione internazionale e capacità di penetrazione commerciale.

Le parole di Tatum chiudono il cerchio: la NBA è entrata nella fase operativa e il Milan, più che un semplice spettatore, appare come uno dei partner privilegiati. In cinque-dieci anni, quel Milan-Barcellona evocato negli Stati Uniti potrebbe smettere di essere un concetto futuristico e trasformarsi in un appuntamento reale del calendario cestistico mondiale.

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