Ibou Ba: “Seguo sempre il Milan e spero che…” Le dichiarazioni della meteora rossonera, amuleto dell’ultima Champions

L'ex attaccante franco-senegalese ricorda l'esperienza al Milan e dice la sua sul futuro societario

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C’è stato un tempo in cui un giovane franco-senegalese dai capelli ossigenati divertiva San Siro. Era il 1997 e in casa Milan si pensava di aver trovato un altro talento da affiancare al consolidato gruppo di campioni. Una storia di sgroppate, acconciature stravaganti e promesse non mantenute, quella di Ibrahim Ba, ma comunque in grado di strappare un sorriso di simpatia. La stessa del protagonista, che nelle ultime ore è tornato a parlare della sua esperienza rossonera ai microfoni di Milan Hello, il canale YouTube del giornalista Andrea Longoni.

L’arrivo in rossonero e gli elogi di Berlusconi

Ibou“, il nomignolo che Ba scelse in onore del padre, arrivò al Milan nell’estate del 1997 dal Bordeaux e in poche settimane diventò la sorpresa della squadra. “Quando sono arrivato, non avevo ancora vinto nulla” – ricorda l’ex attaccante, oggi 52enne – “Per me era un mondo nuovo in mezzo a tantissimi campioni che mi hanno aiutato in tutti i sensi, a capire la mentalità e a vivere la città”. Città, quantomeno quella di parte rossonera, che iniziò ad apprezzare l’esuberanza, la capacità di corsa e gli assist di Ibrahim, addirittura 11 nella stagione di esordio. Nel momento di massimo splendore, fu del presidente Berlusconi l’endorsement più importante, paragonando il giovane a un frizzante vino francese.

Il Milan, una passione che parte da lontano

A quei tempi, il Milan era una delle squadre più importanti del mondo e Ba ricorda bene l’emozione di entrare a farne parte: “Sono diventato tifoso dopo aver visto le partite contro lo Steaua Bucarest e contro il Barcellona (finali di Coppa dei Campioni 1989 e 1994, ndr). Quando sei giovane e vedi quella squadra lì, quei giocatori lì che vincevano, è certo che tu diventi tifoso”. Una passione che a distanza di anni è rimasta intatta: “Uno potrebbe pensare che, non giocando più, mi sia dimenticato del Milan. Non è così, lo seguo sempre”.

Un amuleto per la Champions

La storia milanista di Ibou Ba è fatta anche di cadute e ritorni. Due, per la precisione: nel 2000, dopo il prestito al Perugia, e nel 2007, un tesseramento che la cronaca dell’epoca giustificò come cabalistico. Che lo fosse o meno, a fine anno il Milan vinse la Champions League. Ba non giocò nemmeno un minuto ma la sua fama di amuleto diventò chiara a tutti, al punto da meritare un contratto anche per la stagione successiva, l’ultima della sua bizzarra carriera.

Paolo Maldini, un’amicizia per sempre

Comun denominatore di quegli anni, l’amico Paolo Maldini. “Al mio arrivo, era appena diventato capitano. In allenamento era una cosa pazzesca, andava a duemila e poi in partita faceva lo stesso. Non era mai stanco, mi chiedevo come fosse possibile”. Un rapporto sbocciato col tempo: “Con lui si poteva parlare di tutto. L’affinità tra noi è nata spontaneamente e dura ancora oggi. Spero che un giorno possa tornare, la sua storia col Milan non può finire così”.

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