Retegui confessa: «Ho rifiutato il Milan». Il retroscena sul trasferimento in Arabia e la risposta diplomatica a Gravina

L’attaccante della Nazionale italiana, oggi all’Al Qadsiah, ha spiegato i motivi del suo no ai rossoneri e commentato con equilibrio le critiche del presidente FIGC.

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Mateo Retegui torna a far parlare di sé, ma questa volta non per i gol con la maglia azzurra. In un’intervista concessa alla rete araba Al Arabiya, l’attaccante dell’Al Qadsiah ha svelato un retroscena di mercato che, fino a oggi, era rimasto solo nel campo delle indiscrezioni: il rifiuto del trasferimento al Milan.

Una confessione che spiega finalmente i motivi del mancato approdo in rossonero e che getta nuova luce su una delle trattative più discusse dell’estate.

Retegui: «Ho scelto l’Al Qadsiah per l’allenatore»

Alla domanda diretta sul perché abbia preferito l’Arabia Saudita al club di via Aldo Rossi, Retegui non ha lasciato spazio a interpretazioni:
«Ho scelto l’Al Qadsiah grazie all’allenatore del club saudita. Con il Milan ci sono stati diversi problemi durante le discussioni per le trattative».

Poche parole, ma sufficienti a confermare quanto fosse reale l’interesse del Milan, che aveva individuato in lui un profilo ideale per completare l’attacco di Massimiliano Allegri. Poi, qualcosa si è incrinato. Divergenze contrattuali, forse tempistiche errate o un cambio di strategia: il risultato è stato un nulla di fatto e il conseguente trasferimento in Arabia Saudita, dove Retegui ha scelto di rilanciarsi in un campionato in forte crescita economica ma ancora in cerca di credibilità tecnica.

Il caso Gravina: «Rispetto la sua opinione»

Nel corso dell’intervista, l’attaccante italo-argentino ha affrontato anche un altro tema delicato: le critiche del presidente FIGC, Gabriele Gravina, che aveva espresso rammarico per la scelta di abbandonare il calcio europeo in un momento cruciale per la Nazionale.

La risposta di Retegui è stata misurata, lontana dalle polemiche:
«Rispetto l’opinione di Gravina, il presidente della Federazione Italiana. Ho un buon rapporto con lui».

Una frase che suona come un gesto di distensione, ma che non cancella il disagio evidente di chi sa di essere finito al centro di una tempesta mediatica.

«Le mie parole potrebbero essere fraintese»

Più avanti, il centravanti ha preferito chiudere l’argomento con tono prudente:
«Non voglio parlare ulteriormente di questa questione, le mie affermazioni potrebbero essere distorte».

Una scelta di diplomazia, che rispecchia la volontà di Retegui di evitare tensioni in un momento in cui la Nazionale è chiamata a consolidare il gruppo in vista delle qualificazioni al Mondiale 2026.

Oggi il suo presente parla arabo, ma il futuro resta un’incognita. Tra le righe delle sue dichiarazioni si intravede la nostalgia per un palcoscenico europeo che, forse, non ha ancora definitivamente abbandonato. Perché un bomber, si sa, può cambiare maglia, ma non smette mai di sognare la grande ribalta.

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