L’attesissimo big match di Serie A si è concluso con un pareggio poco spettacolare. Reti inviolate e poca lucidità sia in area che in porta. Per il Milan è mancata l’occasione di ritoccare la vetta della classifica insieme a Napoli e Roma. La Juventus non vince dal mitico Derby d’Italia e inoltre, con questo ennesimo copia e incolla di risultati, i bianconeri raggiungono 5 pareggi consecutivi tra campionato e Champions.
Le scelte tattiche. Rugani al posto di Bremer e McKennie dal primo. Leao a gara in corso
All’Allianz Stadium le due grandi compagini si sono presentate volenterose di fare punti, dimenticandosi dello spettacolo. Negli ultimi anni, Juventus-Milan è pur sempre stato un match di poche emozioni, a dimostrazione dell’attenzione reciproca delle scelte tattiche, mostrando appunto uno studio tattico che si potrebbe definire, a volte, asfissiante.
Partendo dai due moduli messi in campo, i bianconeri si sono presentati con un 3-4-2-1, con Rugani al centro del terzetto difensivo, chiamato in causa per sostituire Bremer. McKennie invece, ha dovuto “prendere il posto temporaneamente” di Thuram, entrato a partita in corso. Coincecao, Yildiz e David hanno composto l’attacco della giornata.
Il Milan è sceso in campo con il 3-5-2 che ha visto Davide Bartesaghi sostituire l’espulso Estupinan. Rabiot, Modric e Fofana hanno formato il solito centrocampo con il croato, spesso arretrato in supporto della difesa. Rabiot avanzato come pedina di inserimento per la fase offensiva e con un Fofana box-to-box. Leao, anche in questa partita, è entrato dalla panchina con Pulisic e Gimenez titolari.
Le scelte iniziali degli allenatori sono state non del tutto stravolgenti, mostrando continuità nelle loro idee tattiche. La Juventus infatti ha mostrato inizialmente, una solida marcatura a uomo, tenendo nella propria area i rossoneri, costretti ad uscire grazie alle giocate singole di Pulisic, ai tagli e inserimenti di Rabiot e con le solite invenzioni di Saelemaekers. Prendendo come riferimento Sofascore, per guardare effettivamente una heatmap delle zone d’attacco, la fascia sinistra della metà campo risulta essere proprio quella usata soprattutto dall’americano col supporto del cavallo pazzo. Per Tudor, Coincecao nel tridente d’attacco si è dimostrato leggermente vispo e pericoloso, senza impensierire Mike Maignan.
David?
Piccola parentesi sul nuovo arrivato David che al 33′ si divora, forse, la più chiara occasione per la Juventus di tutto il match. Su un pallone messo in mezzo da Kalulu, il canadese lo stoppa bene davanti a Gabbia, non riuscendo però, a trovare l’affondo finale e scivolando goffamente. Questo è il quadro del giocatore da quando è arrivato a Torino: gli manca ancora, quel pizzico in più per poter fare la vera differenza.
Sono passate 8 giornate, contando campionato e Champions League, e in entrambi gli scenari si è mostrato assente. Bravo nelle scelte immediate, come i passaggi vicino all’area o negli uno-due, ma non impattante come tutti si aspettavano da subito. Per ora, il soprannome “The Iceman” lo sta storcendo non trovandoci quella zona di comfort che aveva fatto intuire alla presentazione.
Un pareggio soporifero ma che trae conclusioni positive per Tudor e quasi amare per Allegri
Sul fatto che la Juventus sia riuscita a mantenere la porta inviolata, emerge un dato inerente ai precedenti col Milan. Le ultime due reti subite risalgono alla Supercoppa di inizio 2025, mentre in campionato i rossoneri non riescono ad affondare il colpo dalla trasferta del 28 maggio 2023, match finito 1-0 per il Diavolo. Detto ciò, la Vecchia Signora non vince da quasi un mese. E quella storica vittoria contro l’Inter, sembra essersi trasformata in una maledizione, tanto da non aver staccato ulteriormente gli storici rivali, arrivati a pari punti (dodici) e un gradino più in alto in classifica. Ora i nerazzurri occupano il quarto posto a -1 dal Milan e la “Juve imbattuta” è scesa al quinto posto.
Il Milan rimane, invece, su un piedistallo ambiguo. Cosa vuol dire? Vuol dire che il terzo posto non è solido e la mancata occasione per agguantare il primo posto non fa, comunque, mettere sotto tono gli ultimi dati positivi che sta fruttando Max Allegri in panchina. Gli avversari non hanno turbato la difesa rossonera. Solo David e Gatti, con quelle chiare occasioni sotto porta, hanno fatto scendere la goccia dalla fronte ai tifosi rossoneri. Rimane questa buona prestazione difensiva per Allegri, scontento per le chiari occasioni di Pulisic e Leao.
Si potrebbe aggiungere anche lo scambio avvenuto nel primo tempo tra l’americano e Gimenez, che snobbando, come si suol dire, la pressione bianconera, arriva davanti alla porta mancando quel secondo utile per un tiro che si conclude solamente tra i guanti di Di Gregorio. Sul portoghese, subentrato come col Napoli per recuperare pian piano e a pieno i 90 minuti, sono passati i matchball della gara. Ecco perché, forse, i gol attesi (xG) a fine incontro sono risultati a 1.74…
Al 73′ con un ottimo cross di Pulisic, Leao si vede il pallone che porta grossolanamente accanto al primo palo, mentre a fine gara, su una visione di Modric irrompe sul pallone, muovendosi inizialmente benissimo da vera punta ma calciando malissimo, quasi ciabattando, facendo intervenire senza troppo impegno il numero 16 bianconero.
Traendo le conclusioni per questo match, finito leggermente alla pari anche sul possesso palla con un 51% per la Juventus e 49% per il Milan, il risultato ribadisce come le due squadre, in una gara importante, siano arrivate preoccupate del risultato.
Da una parte si è notato una Juve stanca, con imprecisioni evidenti, ma con attenzione sulla posizione avversaria. Dall’altra parte si è vista tensione, la prima stagionale, per un mancato accesso alla prima posizione, non usando a pieno le carte messe in gioco ma al contrario, mostrando un certo timore. Come detto da Allegri nel post partita, al Milan è mancata la cattiveria per fare gol. E c’è da capire quando azzannare l’avversario come fatto col Napoli di Conte. Un passo indietro, forse utile, per poter chiarire nuovamente le idee offuscate in una serata strana. Per Tudor il punto portato alla Continassa risulta importante. E nonostante il continuo filotto utile, l’obiettivo di bloccare un avversario sulla carta più fresco e leggermente impavido, fa risultare il pensiero e il risultato più che giusto per l’allenatore croato.