Il pareggio dello Stadium continua a far discutere, e tra le riflessioni più significative emerse dopo lo 0-0 tra Juventus e Milan c’è quella che riguarda Rafael Leão. Tornato in campo dopo oltre un mese di stop, il portoghese ha avuto nelle proprie corde le azioni più pericolose della serata, ma le ha sprecate con una leggerezza che non appartiene a un fuoriclasse del suo calibro. L’esperimento da centravanti voluto da Massimiliano Allegri non ha funzionato, almeno per ora.
Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico rossonero ha provato a utilizzare Leão in una posizione più centrale, per sfruttarne velocità e capacità di attaccare la profondità, ma la metamorfosi non è ancora compiuta. Entrato al 63’ al posto di Giménez, il portoghese ha fallito due occasioni clamorose a tu per tu con Di Gregorio, prima di provare senza fortuna anche una conclusione da centrocampo. Dopo settimane di stop, la condizione non può essere ottimale, ma la sensazione è che al di là del fisico, manchi ancora quella ferocia sotto porta che trasforma un talento in un campione.
Allegri: “Quando arriva lì, deve fare gol”
Nel dopopartita, Massimiliano Allegri ha spiegato la sua scelta con parole che mescolano stima e severità. “Non è una posizione nuova per lui”, ha detto a DAZN, ricordando gli anni di Leão al Lille. “Il movimento sulla palla di Modric è stato perfetto, da vero centravanti, ma quando uno come lui arriva lì deve fare gol. Ha qualità tecniche straordinarie, però deve fare un salto mentale, capire che quando è davanti alla porta deve determinare, perché è troppo importante per la squadra”.
Parole che suonano come un messaggio diretto. Il tecnico non mette in discussione il talento del numero 10, anzi lo considera una risorsa imprescindibile nel progetto tecnico costruito insieme al DS Igli Tare, ma pretende da lui il passo decisivo verso la maturità. L’idea è chiara: Leão deve imparare a essere decisivo e concreto, non solo spettacolare.
Il compito più importante di Allegri
Nelle prossime settimane, durante la sosta per le Nazionali, Allegri lavorerà proprio su questo: far crescere Leão nel ruolo di attaccante moderno, capace di alternare fantasia e lucidità. Il Milan ha già trovato equilibrio e solidità difensiva, ma per tornare a vincere serve trasformare la bellezza del gioco in concretezza offensiva.
La visione del club, condivisa da Allegri e Tare, è quella di una squadra che non si accontenta più di creare, ma vuole dominare e chiudere le partite. In questo percorso, Leão è al centro del progetto: il suo talento può decidere una stagione, ma solo se saprà tradurlo in gol e leadership.
Il messaggio del tecnico è limpido, quasi paterno: “Il talento da solo non basta”. Il Milan ha bisogno di un Leão maturo, capace di trascinare, non solo di incantare. Perché se è vero che i fuoriclasse si riconoscono dalle giocate, è altrettanto vero che si giudicano dai gol che non sbagliano.