Rami attacca Inzaghi: «Il peggior allenatore che abbia mai avuto»

L’ex centrale francese torna sul suo passato al Milan: bordata a Inzaghi, elogi a Robinho e racconti curiosi su Balotelli e Ibrahimović.

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Adil Rami non ha risparmiato colpi nel ricordare il suo trascorso al Milan. Intervistato da L’Équipe, l’ex difensore francese ha ripercorso gli anni in rossonero con toni diretti e critici, soffermandosi soprattutto sul difficile rapporto con Filippo Inzaghi, all’epoca tecnico del club. «Ero titolare, poi un giorno mi tiene fuori e mi dice: gioca Zapata perché Cuadrado, colombiano anche lui, è l’avversario diretto. Gli risposi che allora non avrei mai più giocato, visto che non c’erano francesi in attacco in Serie A. Una cosa ridicola: per me è stato il peggior allenatore che abbia mai avuto», ha dichiarato senza mezzi termini.

Gli aneddoti nello spogliatoio

Non solo critiche, ma anche ricordi più leggeri. Rami ha raccontato alcuni episodi curiosi vissuti con i compagni di squadra, a partire da Mario Balotelli, definito «il re delle feste». «Una volta ci divertivamo a spaccare le noci con la testa: io mi sono tagliato la fronte, lui rideva a crepapelle», ha ricordato.

Parole di grande stima invece per Robinho, che Rami considera il compagno più forte avuto in carriera: «Era a fine percorso, un po’ appesantito, ma per me resta il migliore di tutti».

Il rispetto per Ibrahimović

Inevitabile anche un passaggio su Zlatan Ibrahimović, con cui i duelli in campo non sono mai mancati. «In un’amichevole con la Francia ho provato a vendicarmi di un colpo, ma ho subito capito che era una pessima idea: Zlatan è una forza della natura, può fare ciò che vuole. Alla fine, però, in squadra era impossibile non diventare un suo tifoso», ha spiegato.

Ombre e luci di un’epoca

Le parole di Rami riaccendono i riflettori su un periodo complesso della storia recente del Milan, fatto di tensioni interne e scelte discutibili. Oggi il club, con Massimiliano Allegri in panchina e Igli Tare alla guida dell’area tecnica, guarda avanti con l’ambizione di aprire un nuovo ciclo vincente. Ma i racconti del difensore francese riportano alla memoria un passato segnato da incomprensioni, colpi di scena e aneddoti destinati a far discutere.

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