Milan, il bilancio di mercato e le ombre che restano

Il bilancio di agosto lascia qualche ombra: centrocampo rinforzato, difesa incompleta. Ordine invita a un ultimo colpo e alla linea dura sui rinnovi.

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Agosto è il mese in cui il calciomercato inizia a svelare le proprie verità. E guardando oggi al lavoro del Milan, il bilancio è inevitabile: ci si aspettava di più. Lo sottolinea anche Franco Ordine nel suo editoriale, un’analisi lucida che parte da un dato oggettivo: la sessione estiva ha portato incassi record, ma il salto di qualità tecnico non è così evidente.

Il centrocampo convince, la difesa no

L’operazione più riuscita è senza dubbio quella in mezzo al campo: via Reijnders per una cifra importante, dentro Modric, Ricci e Jashari, con un ricavo che avrebbe potuto essere persino maggiore se la cessione fosse stata posticipata. Su Musah, l’auspicio è che venga mantenuta la linea della non cessione.
In attacco, l’arrivo di Hojlund apre un dibattito sul confronto con Vlahovic, ma i termini dell’affare mettono al riparo i conti e non destabilizzano lo spogliatoio. È in difesa che i conti non tornano: perso Thiaw, sfumati Walker ed Emerson Royal, dentro De Winter, Estupiñán, Athekame e forse Okoli. Un reparto che non trasmette la sensazione di un reale passo avanti.

Le incognite di agosto

Allegri crede nella crescita di Bartesaghi come possibile vice Theo Hernandez, ma il percorso verso un posto da titolare è ancora lungo. Poi c’è il caso Jimenez, rimandato al Milan Futuro dopo ripetuti ritardi: una vicenda che ricorda, in chiave ironica, il cosiddetto “effetto Theo”.
Qui sta uno dei nodi principali: quando cambi sei o sette titolari in una stagione, devi mettere in conto settimane di rodaggio. Il campionato può aiutare a trovare la quadratura, ma è anche una pressione costante.

La lezione Donnarumma e il nuovo metodo Tare

Un punto su cui Ordine si trova d’accordo è la linea impostata da Igli Tare sui rinnovi: mai arrivare a un anno dalla scadenza senza una decisione chiara. O si prolunga, o si vende. È una scelta che tutela il club, evita casi spinosi nello spogliatoio e manda un messaggio agli agenti. L’esempio Donnarumma-PSG parla da sé: anche davanti al rischio di perdere un portiere simbolo a zero, i parigini hanno preferito sostituirlo e lasciarlo in tribuna per marcare la linea.
Per il Milan, questo significa agire subito su rinnovi chiave come Maignan e Pulisic, per non ritrovarsi in situazioni di logoramento.

Il mercato non è ancora chiuso, ma le prossime settimane dovranno dire se questo Milan potrà davvero presentarsi al via con l’ambizione di recitare un ruolo da protagonista o se, come avverte Ordine, servirà un colpo finale per colmare il divario tecnico.

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